Laika Vendetta / Elefanti in fuga (Rossocorvo)

laika 2 coverPassi pesanti nella nebbia, un enorme massa muscolare grigia si sposta per travolgere tutto al proprio passaggio, senza lasciare traccia di cos’è stato, di cosa si è costruito nel corso del tempo, tra sacrifici e sorrisi, tra inquietudini e paure, tra amarezza e speranza.

La band di Teramo, al loro nuovo disco, racchiude, lungo le dieci tracce, le prospettive di una vita migliore gridata fino a rompere le rocce di un’esistenza costipata ai margini delle tensioni quotidiane; un concentrato di chitarre dal sottosuolo per un cantato che non delude, ma che riesce ad arrivare a colpire il bersaglio con una certa facilità, portando con sè testi di protesta, di amore, di sogni migliori.

Verso mete lontane vagano i cinque, che si spogliano della loro inquietudine per ripredersi un triste ricordo di una fotografia sbiadita per trasformarlo in idea luminosa e tutto questo è il riassunto del disco che si  fa portavoce nella bellissima e commovente title track che in crescendo di violino finisce per armonizzare e colorare anche i vetri più oscuri.

Un disco dolce amaro, che ci farà compagnia per interi mesi, grazie all’accoppiata vincente rabbia-malinconia che non ha mai smesso di pulsare nei nostri cuori.

RegoSilenta – La notte è a suo agio (Autoproduzione)

RegoSilenta è ruggito in una foresta fatta di alberi molto alti, dove il suono si concentra in un’ assoluta crescente motivazione verso il vuoto, verso il cielo immenso e implosivo che scaglia rabbia di suono esplosiva e conturbante, propria di chi la musica la coltiva nel sangue e l’alimenta con gocce di sudore quotidiano.

rego“La notte è a suo agio” è il loro primo vero album completo.

I 4 novaresi sono capaci di mescolare Stoner con Marlene e Afterhours.

Devoti a una linea che attacca pur rimanendo su atmosfere meditative l’intero album è un concept sulla notte e su quello che questa può portare con sé.

Fantasmi di ieri si incontrano su strade deserte per recriminare spazi che ora non esistono più; terra bruciata che fa intravedere l’abbandonato cemento di periferia.

Un disco che suona duro, ma che lascia margini creativi di cantautorato sopraffino in pezzi come “Danzando” o nella voce parlata di “Un pretesto”.

Altitudini sonore e inni al giorno che verrà: “Temporale” è da insegnamento.

Un album per animi notturni, che in queste notti cercano le corse veloci e gli incontri appassionati, i respiri racchiusi dai vetri di un’automobile e le incertezze nel domani, domani su cui confidare per un tempo diverso.

Dentro l’ombra la notte è a suo agio e ci chiama.