Granprogetto – La cena del bestione (Millesseidischi)

Se prima si chiamavano “La camera migliore” ora si sono trasformati in “Granprogetto”, regalando all’ascoltatore nuvole fantasmagoriche di disequilibri quotidiani.

I 3 toscani confezigranprogettoonano 13 canzoni di immacolata intenzione dove conglobano pensieri moderni e ossessivi legati al quotidiano triste vivere tra appalti e falsari porta a porta che volendo si specchiano su una totalità catastrofica dal nome Italia.

Questi ragazzi si cimentano con gli strumenti più disparati: dai classici basso, chitarra e batteria passando per cembali, banjo e custodie rigide.

Marco Balducci, Francesco Fanciullacci e Davide Miano devono essere ascoltati ad alto volume, solo così la loro musica può arrivare direttamente ai circuiti neuronali passando per vie tortuose e psichedeliche dove il power rock si mescola al country e alla musica strumentale trascinando code infinite di bellezza da assaporare.

Canzoni come “Allo zoo” o “Roy Scheider” non possono passare inosservate come del resto altri pezzi dai titoli più strampalati come “Frateferroviere”.

Una prova che fa pensare al miracolo, anche perché il trio toscano meraviglia con una capacità rara di spaziare senza identificarsi in nessun genere prestabilito.

Aspetteremo l’uscita del disco il 27 maggio a cui seguirà il primo video di questo “Granprogetto”, un lavoro che fa forza su poche e semplici regole, un album che si inerpica su sentieri mai banali e di certo rigogliosi.

Per info:

https://www.facebook.com/granprogetto

Là-bas – Là-bas (Lavorare stanca)

Una band che raccoglie perle nei fondali marini, cercando solo le migliori e consegnandole come un dono a noi ascoltatori intenti ad assaporare qualsiasi sfumatura della bellezza.

Una bellezza che si fa ecoverco poetico e portavoce di un’analisi della parola amore che, svalutatasi nel corso di questi anni, rinvigorisce come pioggia leggera a bagnare un popolo poco attento a questi interventi raffinati, sperando invece nella rima facile e nella canzone usa e getta da consumare durante l’acquisto della maglietta di moda.

I Là-bas non sono questo anzi sono tutt’altro: sono una band presente da molti anni nel panorama della musica underground italiana, una band che con questo disco omonimo e grazie alla collaborazione di Fabio de Min (Non voglio che Clara) segna una traccia importante nel panorama della musica cantautorale.

Ci si possono ascoltare I Perturbazione che dibattono Sartre con Francesco Bianconi, tanto è il simbolo perduto, il concetto predominante da rincorrere e tenere a se, tanto è il senso della vita, quella vita che non ha senso a priori se non è vissuta, ma acquista valore in base al senso che sceglieremo per essa.

Le canzoni dell’album sono un concentrato di amori e illusione, di apparire lontano, in fondo, per non rischiare di avere ragione; l’essere umili già nelle piccole cose il significato forse più vero del disco che in canzoni come “La fine dei romanzi” , “La sera” e “Il nostro periodo americano” raggiunge un infinito ipotetico di immagini e parole da ricordare.

Una prova di notevole struttura che mi auguro possa fare emergere questi ragazzi piemontesi all’attivo dal 2003, un album questo che dovrà raccogliere il giusto consenso all’occhio degli esperti di settore per lanciare in aria questo aquilone cullato dalla magia del vento, laggiù sul mare.