Ilaria Viola – Giochi di parole (Lapidarie Incisioni)

Nella mia piccola casetta ultimamente arrivano delle maledette buone cose.

Tra gli ultimi cd trovati nella cassetta della posta spicca Ilaria Viola, cantautrice romana, che dopo numerose esperienze come la creazione del collettivo “L’Orchestra del Condominio” si lascia andare verso mondi diversi e ricchi di sfaccettature confezionando un disco d’esordio, contaminato da influenze extra italiane ed extra europee toccando principalmente quel genere legato ad una bossa – nova/samba e dal folk più cantautorale e indipendente.

Otto sono i brani che si snocciolano in modo sapiente come l’interno illuminato di una sala prove circondata da maestosi alberi che riparano dal sole e ricreano le istantanee per un sicuro avvenire.

La cantautrice confessa di aver creato questa perla musicale perché in qualche modo ne aveva bisogno, lo sentiva dentro di sé, quel sé che si appresta ad esplodere così vero, essenziale, contagioso: un flusso continuo di parole che rende autobiografico ogni passo nel cammino segnato.

Ci sono echi di Vinicio Capossela, ma anche il ritaglio di una voce inconfondibile quella di Petra Magoni che ispira il cantato di Ilaria per farla ascendere verso nuove altitudini in divenire.

Pezzi che si fanno facilmente ricordare sono certamente “Le buone intenzioni” e la visionaria “Come d’estate”.

Un disco per tutte le stagioni, sperimentale quanto basta per portare ondate di freschezza continua.

Perché alla fine sono i giochi di parole quelli che ci fanno sentire vivi e che ci fanno comunicare nuove cose, nuove idee e nuove sensazioni. Grazie Ilaria.