-LIVE REPORT- Non voglio che Clara + Iasevoli – Mame Club Padova – 13/01/17

Il Mame di Padova si trova nella prima periferia della città, un luogo molto accogliente con un cartellone ricco di proposte della scena indie italiana e non e con occhio attento e un gusto variegato nei confronti delle situazioni musicali attuali capace di accontentare, da quello che ho potuto vedere fin’ora, anche i palati più esigenti. Complice forse la temperatura esterna ieri sera il locale si presentava alquanto freddo, della serie senza cappotto la vedevo dura restarci dentro e forse un bel pentolone di brulè non sarebbe stato del tutto fuori luogo.

Ad aprire il concerto di ritrovo, in vista delle registrazioni del nuovo album del gruppo semi-bellunese Non voglio che Clara, Iasevoli, già recensito sulle pagine di Indiepercui (iasevoli – Bolero! (Lavorare Stanca) e per l’occasione accompagnato da sola chitarra-voce. Gianluigi Iasevoli è un’artista naif puro, un cantastorie di punk tascabile in cui la passione e l’interpretazione personalissima dei brani si sposa con l’esigenza di mettersi in gioco per cercare di comunicare sensazioni già apprezzate in toto nell’album di esordio Bolero, da Atlantico fino ad una creazione improvvisata di gelo e carezze notturne, passando per Un’estate distratta e Tigre del Bengala il nostro ne esce vittorioso intascando gli applausi sinceri di un pubblico attento e interessato.

Cambio palco e via i NVCC con le loro incursioni elettroniche per nuovi apporti che hanno saputo dare un diverso volto al progetto stesso trasformando l’approccio prettamente acustico degli inizi in un qualcosa di maggiormente destabilizzante mescolando una formula di indie rock e musica d’autore, incrociando chitarre pianoforte e sintetizzatori in ascensione e abbandonando quasi le parole stesse in un’esigenza di dare forma e colore alla musica di supporto, così essenziale e così magistralmente suonata da quattro musicisti che hanno saputo, nel tempo, dimostrare il proprio valore in molti altri progetti paralleli (Il teatro degli orrori, Public, Norman, Sara Loreni) e che stasera ritrovano conferma in un live particolarmente curato dove il suono ben differenziato colpisce come pugno allo stomaco in un divenire emozionale carico di quella premura che consola attraverso cavalcate post rock capaci di immagazzinare le poesie introspettive di Fabio De Min.

I NVCC si confermano pionieri di indiscussa classe ed eleganza, raccontando storie al limite, ma raccontando anche le storie nostre e dei giorni nostri dove l’amore è sostanza materica per il giorno che verrà e dove il vivere la calma di tutte le sere ci porta ad entrare in mondi in cui la scoperta del nostro essere interiore si confronta e si scontra inevitabilmente con l’altro ricordandoci che tante volte anche un cuore che si consuma è sempre un cuore.

SETLIST:

  1. IL TUO CARATTERE E IL MIO
  2. LA MAREGGIATA DEL ’66
  3.  LE ANITRE
  4. LO ZIO
  5. LA BONNE HEURE
  6. L’INCONSOLABILE
  7.  LE GUERRE
  8. L’ESCAMOTAGE
  9. GLI ANNI DELL’UNIVERSITA’
  10. LE MOGLI
  11. MALAMORE
  12. LA CACCIA
  13. CARY GRANT
  14. QUESTO LASCIATELO DIRE
  15. L’ESTATE
  16. LE ORE (della settimana)

iasevoli – Bolero! (Lavorare Stanca)

Si naviga seguendo i fiumi dell’America più nascosta percependo un senso degno di essere ricordato, un valore aggiunto che si sposa con la ricerca di un’estetica fatta di rumori in lontananza e atmosfere desertiche dove imbrigliare la propria mente in una tempesta di sabbia immaginifica e purificante, non sapendo quando si parte, non sapendo quando si arriva, il viaggio è una costruzione stratificata di elementi contrapposti che iasevoli sa percepire, comprendere e farci vivere attraverso melodie sbilenche inframmezzate dalle tastiere di Fabio De Min dei Non voglio che Clara, in veste qui anche di produttore del disco stesso, per 19 pezzi che si aprono a intermezzi strumentali ricordando la bellezza dell’attimo appena concluso, in citazioni letterarie che si fondono con la vita di tutti i giorni, con la nostra realtà, da Hugo Pratt e il suo personaggio più celeberrimo Corto Maltese in Una ballata del mare salato e Mari del sud a Salgari in Tigre del Bengala fino a raggiungere una bellezza che è essenza stessa del viaggio in canzoni come Un’estate distratta e lasciandosi andare alla deriva metafisica in pezzi come Horror che ben si lega con La realtà, quasi a comporre un quadro ben congegnato e stratificato da ascoltare in dissolvenza fino al nuovo inizio; per approccio Gianluigi Iasevoli, voce e paroliere del gruppo, ricorda attraverso il suo cantato secco e teso, Federico Fiumani dei Diaframma, alle prese però con un allargamento della visione delle cose che sorprende per lucidità impressa, in un disco sicuramente originale spruzzato per certi aspetti da un punk emozionale impattante e sincero, a tratti onirico.