Od Fulmine – Od Fulmine (GreenFogRecords)

Qui c’è il cantautorato, ma anche il migliore rock  di fine anni ’90 che si inerpica e prende una piega inaspettata fondendo in qualche modo il disagio adolescenziale con il vissuto di un uomo che ha raggiunto la piena maturità.

Nel disco degli Od Fulmine colpisce il piglio di improvvisazione sonora, colpisce l’amalgamarsi perfetto di voci e cori che fanno da spoiler a continue corone in un mondo legato alla sopravvivenza, in un mondo italiano che deve essere cambiato e che regala attimi di luce quando dovrebbe splendere di luce propria.

Gli Od Fulmine non sono gli ultimi arrivati e si sente, a far parte di questa formazione troviamo membri di Numero 6, Esmen e Meganoidi, che incanalano idee per questo progetto anomalo di musica italiana che può facilmente entrare in qualsiasi classifica di musica fatta bene.

L’eterogeneità della proposta si trova nel mix di rock suonato alternato a ballate meravigliose come la splendida 5 cose o ingerendo parti di ricambio e testi visonari nella folle I preti dormono passando per le sostenute Da quel giorno e nel finale con la Fine dei desideri.

Un disco che rievoca immagini in susseguirsi stop motion con la classe di chi sa e vuole far emozionare, tendendo quel filo sottile che lega il cantautorato ad un genere come l’indie che sembra lontano, ma che ne condivide appieno le finalità e cioè quelle di voler comunicare qualcosa di importante, vero e reale.

BluNepal – Follow the sherpa (GreenFogRecords)

blunepalE’ sempre difficile recensire un gruppo che fa musica strumentale.

Tralasciando i generi o le scelte stilistiche di qualcuno, l’immedesimazione soggettiva è vitamina essenziale per completare l’ascolto a tavolino di un disco privo di cantato e privo di quella, passatemi il termine, semplicità, con cui l’ascoltatore può entrare nella canzone.

Nonostante questo questi BluNepal sanno quello che fanno e lo sanno fare molto bene.

Il trio Genovese/Milanese si lascia trasportare da correnti che legano in maniera indissolubile il post rock con il prog rock.

Mescolare generi e suoni non è facile, e questo “Follow the sherpa” è un lavoro di cesello composto da cura maniacale per la scelta stilistica di suoni vintage ben inseriti in un contesto che guarda al futuro.

I tre: Agostino Macor ai vari sintetizzatori, Federico Branca alla batteria e percussioni e Paolo Furio Marasso al basso, riescono a ricreare un’atmosfera cupa e decadente quasi da film poliziesco che si esalta in brani come “Still Follow the sherpa” che riprende la dirompente title track, mentre  sensazioni di immersioni in un mondo lontano si hanno con “Fake” o con l’ipnotica “Morricone”.

Un disco per  puristi certamente, ma anche un disco quasi perfetto dove diverse strade si possono incontrare in un finale aperto, quasi inaspettato: chiudiamo gli occhi pensiamo alle alte vette che sfiorano il cielo chiedendoci se possiamo fare a meno di seguire lo sherpa. La risposta è no.