Gianni Venturi – Mantra Informatico – of voice and men (MP & Records)

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Gianni Venturi è uno sperimentatore. Una ricerca continua di bisogni sempre nuovi nello sperimentare la voce come strumento necessario per veicolari messaggi accomuna il nostro che attraverso una poesia simultanea riesce a dare senso necessario ad un mantra in loop continuo. Musica ridondante, vocalizzi necessari a fare da base, a creare atmosfera,  sono necessari per dare sviluppo sempre nuovo ad un disco fuori da ogni categorizzazione. Mantra informatico conduce la musica d’autore ad un livello alquanto alto e vissuto. Una voce al centro e tutto il resto attorno a fare quasi da corollario. Ingredienti magici che permettono di costruire architetture sempre nuove e a tratti irripetibili. Da Distonia a Mother il nostro ci conduce all’interno di un percorso che non conosce punti fermi, ma fa dell’imprevedibilità una carta unica e necessaria per soddisfazioni future, per orizzonti sempre nuovi.


 

Gianni Venturi/Lucien Moreau – Il Vangelo di Moloch (Autoproduzione)

album Il Vangelo di Moloch - Gianni Venturi & Lucien Moreau

Messa solenne al tavolo delle religioni del capitalismo dove la foga intreccia l’inutilità di questi nostri tempi bui raggelati dal velo di plastica che ci attanaglia e ci lascia senza forze, privi di scampo perenne. Il duo Venturi/Moreau intesse le trame di questa modernità a suon di sperimentazioni corali che entrano come pugno allo stomaco all’interno di un’embrionale visione del mondo che sfocia nella precisione e sottigliezza quando si tratta di descrivere minuziosamente stati di abbandono post ideologico. Il tutto farcito da sintetizzatori, elettronica disturbante che ricorda un’evoluzione del punk italiano dei CCCP per un album alquanto impattante, sorprendente e maledettamente reale. Il Vangelo di Moloch non è terra di confine, ma piuttosto schieramento nei confronti di questa nostra società, un punto d’avanguardia d’ampio respiro che converge al centro delle nostre impressioni e modella il senso comune di questo nostro vivere a immagine eterna di una lotta spirituale e morale che va combattuta con tutte le armi che ancora ci portiamo appresso. 


Gianni Venturi/Lucien Moreau – Moloch (Autoproduzione)

Duo straordinario che ammalia e incolla all’ascolto grazie a poesie crepuscolari che si affacciano al 2.1 in cui viviamo, stravolgendolo e schiaffandoci in faccia una realtà senza giri di parole o questioni astratte da percepire e di cui parlare, un disco a pugno chiuso emozionale quanto basta per gridare al miracolo, in questa era sterile e omogenea, quasi disadorna di un sentire comune che dovrebbe invece essere percepito in tutta la sua massima potenza.

Gianni Venturi e Lucien Moreau ci fanno entrare nel loro mondo fatto di disordini cosmici musicali che accompagnano poesie di rara intensità, nella bellissima impresa di ricreare un post band CSI all’interno di 1984 ambientato nei nostri giorni, dove la globalizzazione è segno di inciviltà e dove il terreno fertile per far crescere la natura, quella vera, se di natura vera possiamo parlare, esiste al di là del nostro vivere, ma è ancora vicino a noi alla portata del nostro costrutto esistenziale, in una protesta musicale che ingloba anni di storia in un disco magnifico e di rara introspezione, un disco non da ballare, un disco da ascoltare per essere migliori.