Giacomo Scudellari – Lo stretto necessario (Brutture Moderne)

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Gusto eccentrico per i componimenti strumentali e le architetture fantasiose rendono Giacomo Scudellari un cantautore alquanto profondo nella sua ostentata leggerezza. Colpi al cuore di swing eviscerato a dovere, per strutture mediterranee ad incontrare l’America Latina lungo il corso di un fiume, lungo l’attimo da far nostro e custodire impreziosendo di contrappunti musicalità che abbracciano il mondo intero e si fanno da base per i componimenti sghembi di un poeta alle prese con la conoscenza di se stesso e con la semplicità delle cose che in dissolvenza rispecchiano l’inesorabile nostra esistenza. Lo stretto necessario sembra quasi una valigia pronta a partire, un paio di libri buoni, qualche disco e qualche vestito, un abbraccio lungo un’eternità e la gentilezza di un gesto sul calar della sera; poi il treno e l’ultimo saluto. Questo però non è un disco triste, non ci si vede dentro un mondo in decomposizione, piuttosto da quello stesso mondo il nostro trasforma per dare valore alle cose. Un po’ come pensare che dal letame nascono i fiori, un po’ come dire che è tutto apposto e sotto controllo anche se non lo è. Attraverso quel bicchiere mezzo pieno di vita che ci rende consapevoli dei nostri limiti e delle nostre crisi interiori Giacomo Scudellari consegna allegria dove non esiste e questa non è cosa da poco.