Ru Fus – Rebus (GhostRecordLabel)

Acustiche implosioni che ritraggono gli anni ’90 in un ristretto campo d’azione che perpetua energia e fonde i contorni con un vivere assoluto lasciato a decantare, lasciato a sedimentare in contesti alquanto atipici, in contesti dove il graffiato di una voce convincente estingue qualsiasi dubbio di sorta e imprigiona l’attimo per lasciare scandagliare parole, vissuti, confini e sospiri, mondi in divergenze assuefatti e a tratti claustrofobici, mondi che parlano di noi da vicino utilizzando il grunge come ponte d’ispirazione e ottenendo un risultato che da Rodeo ad Highway disegna strade e le conduce verso territori desolanti e polverosi. Uno stato d’animo che si riprende e sente il bisogno di dominare la scena in modo non acrobatico, ma piuttosto dall’alto di uno sgabello che consegna ancora una volta la creatura di Emiliano Valente ad un substrato di coscienza davvero unico e forse irripetibile; tra ciò che è stato e ciò che è il percorso di Ru Fus continua la sua mirabile strada.

M.A.Y.A. – A (GhostRecordLabel)

Rock alternativo e post punk miscelato a dovere con un suono lo-fi che colpisce per riff sonori che si stagliano elettrici come non mai e lasciano a se un impalcatura alquanto scarna, ma allo stesso tempo efficace, un meraviglioso modo di approcciarsi, partendo da un’essenzialità di base che si sperimenta e si apprezza già in copertina, un’essenzialità ingabbiata dalle onde del mare e come schiuma perenne si rinforza traccia dopo traccia, con costante vibrazione che si affaccia prepotente agli anni ’80 dei Joy Division per toccare le attualità dei Three Second Kiss in un vortice che ingloba il gioco di parole di Two you, passando per l’esistenziale Because, l’ira di Decembler  e il finale di Sven.

Un punto di partenza per sperare, senza compromessi e mirando a punti focali netti e decisi, calibrati a doveri in una prova che sa di futuro imminente e meritato.