EUA – Tanto valeva viver come bruti (Autoproduzione)

Questo è un album che non dimenticherò facilmente.

Questo è un album coraggioso a dismisura.

Questo è un insieme di strutture che intensificano fraseggi di canzoni divertenti, sarcastiche e memorabili.

Questo sono gli EUA band emiliana che a sei anni dall’esordio, regala agli ascoltatori un album decisamente fuori dal coro e ricco di quella genuina allegria che a dire il vero un po’ mancava nel panorama nazionale.

Stanchi, immagino anche loro, dei cantautori che cavalcano la scia e fatti con gli stampini del didò, gli EUA mettono insieme un concept album sulla libertà, l’amore e il disincanto, ma allo stesso tempo percepiscono la protesta come forma indispensabile per poter progredire.

Un album quindi ricco di canzoni tormentone che sembra quasi un doppio, anche se non lo è, infatti è suddiviso in due parti principali “Disomogeneizzati” che potrebbe benissimo essere il Lato A, mentre “Poemi Euico-cavallereschi” il Lato B o meglio la parte più riflessiva e introspettiva del tutto.

Sei ragazzi per quattordici pezzi che volontariamente, direi io, hanno cambiato il modo di fare musica, dimenticando l’oscuro come territorio di sperimentazione e facendo intravedere la luce ad ogni singolo secondo di musica.

Debitori di un suono alla “Elio e le storie tese” con cambi vertiginosi di stile alla “Frank Zappa” gli emiliani ci lasciano pezzi memorabili come “Extrasistole” o “Cooperativa sociale”, per calarsi poi in territori extraterrestri con “Cinematica dei manipolatori” o in sublime malinconia con “Stella d’inverno dell’ovest”.

Un disco da ascoltare più volte, che in qualche modo rispecchia uno stile di vita a denuncia di un popolo, il nostro, che è ancora troppo legato ai cliché.

Un passo avanti quindi, reso possibile abbattendo stereotipi e raccogliendo il meglio per il futuro.