gaLoni – Incontinenti alla deriva (Goodfellas)

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Bellissima rappresentazione di una realtà vicina al nostro vivere racchiusa all’interno di poesie contemporanee capaci di scardinare l’idea di cantautorato moderno e tuffarsi con stile unico e necessario in una trasposizione originale di ciò che è stato il passato. gaLoni, con questa nuova prova, racconta le fragilità della vita umana attraverso acquerelli sporcati di terra e di visioni, racconta di geografie territoriali e di inutilità dei confini, racconta di amori lontani e desideri da raggiungere sopra ogni cosa. Incontinenti alla deriva sembra un disco di De André trasportato nei giorni nostri. La timbrica del nostro ricorda il cantautore genovese e le tematiche trattate sembrano racchiudere al proprio interno un senso di società e cultura che si espande ad ogni latitudine conosciuta. Si snocciolano perle con grande facilità, pensiamo alla stessa traccia d’apertura Bansky o L’America è una truffa per poi approdare a canzoni come Trattato monetario, Mi resterà il tuo nome a dare peso materiale ad una proposta emozionante. Il nuovo di gaLoni è un pugno al perbenismo, un pugno dato con stile ed eleganza contro ogni cliché e ordine precostituito. 


gaLoni – Troppo bassi per i podi (29 Records)

untitledEmanuele Galoni è un cantautore atipico a cui piace sperimentare suoni, strumenti e arrangiamenti che in qualche modo si legano al passato guardando al futuro.

Instabilità non gridata, ma celata da quel procedere a tentoni all’interno di una città che ti inghiottisce, che prende tutto il meglio di te per trasformarlo in un qualcosa di indefinito senza occhi per vedere e cuore per sentire.

Un circolo di conseguenze che si snoda tra piano e chitarra, accenni di indie pop  toccanti quanto basta per lasciare spazio a melodie più acustiche e d’atmosfera prendendo il tempo e trasformandolo in perle da coltivare e lucidare, trasformandolo in oro colante che si rende corona per il nuovo re che verrà.

Una dolcezza disarmante quella che si snoda lungo le 11 tracce, un amore in distruzione, che si ascolta tra i testi strampalati e strappalacrime del singolo di debutto “Carta da parati”.

Una corsa a perdifiato lungo l’intimismo e la vita di molti di noi che diventano ricchi e poveri in un batter di ciglio; quella ricchezza di sentimenti che si rischia facilmente di perdere in un mondo dove le relazioni non esistono più.

Ecco allora che Emanuele lungo tutto il disco ricuce ciò che non esiste, trasformandolo in una meraviglia da indossare e portare nella rigidità dell’inverno e nella leggerezza dell’estate.