Cristina Meschia – Inverna (Regione Lombardia)

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Radici che si fondono a ricoprire di terra canzoni che fanno parte della tradizione estrapolate per l’occasione attraverso canti d’amore e di coscienza che scavano a fondo e incontrano la poesia, la nostalgia, la chiave di lettura per questo e altri mondi moderni. Cristina Meschia riprende brani che hanno fatto la storia della Lombardia e li rivisita in chiave folk con un pizzico di jazz, un lavoro importante che trasforma i brani popolari in qualcosa di vicino alla nostra contemporaneità senza dimenticare origini e vissuti di una realtà che porta con sé le ferite e le gioie di un passato non troppo remoto. Dentro a Inverna c’è Enzo Jannacci, Nanni Svampa, i canti delle mondine, le ballate pregne di nostalgia, ma c’è anche speranza e bisogno di comprendere partendo da ciò che ci portiamo dietro le spalle, da ciò che ci portiamo nel cuore. Nove canzoni che fondono contemporaneità e tradizione, nove pezzi che non portano con sé la polvere del tempo, ma piuttosto il colore vivido di un’epoca da riscoprire. 


Alessio Alessandra – Animale Sociale (Rinoscky Records)

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Teatro-Canzone ad intessere emozioni ed impressioni in una ricerca costante che porta con se il desiderio di colpire l’ascoltatore con parole pesate, scelte, mai banali e di chiaro effetto istrionico. Animale Sociale è il nuovo disco di Alessio Alessandra, un album che più di sempre parla della nostra Italia con fare arguto, ma mai sfacciato, un album pensato in cui ogni singola parola è carica di un significato netto, chiaro, dove la presa di posizione, ora più che mai sembra essere essenza vitale e necessaria. Il cantautore siculo/piemontese parla delle nostre illusioni, delle illusioni della vita moderna grazie a netti rimandi con la canzone del passato, quella di Gaber, di Jannacci, di Buscaglione sono lo per citarne alcuni, parla del nostro vivere e di una ricerca della felicità mai scontata, ma piuttosto guadagnata, sudata e sperata che nell’attesa trova il punto di svolta, il punto di ancoraggio per nuove e libere idee. Animale Sociale è un disco che parla di libertà, anche se non espressamente dichiarata, questa libertà la senti grondare da ogni crepa di questa società, la senti chiamare a gran voce, altre volte la senti sussurrare a memoria le nostre conquiste e quello che ancora ci spetta, ma che dobbiamo, con forza, fare nostro di nuovo. 


Aurora D’Amico – So many things (800A Records)

Velati suoni soppesati dalla luce del sole entrano in contatto con un eterea visione tangibile di sogni abbandonati, di sogni da perseguire in un’incessante attesa che dura un’eternità e lascia dietro di sé polvere mattutina di bisogni da rincorrere e assaporare. Aurora D’Amico esce con il suo primo full album, canzoni acustiche edulcorate e piene di bellezza da sentire, passi leggeri all’interno di stanze vuote fanno da contorno ad un bisogno di comunicare con voce un paesaggio, un mondo lontano, partenze e abbandoni, ritorni e ancora amore per le proprie storie, quelle stesse storie che ora ritroviamo in questo So many things sotto forma di diario in musica. I riferimenti più diretti si rivolgono all’oltreoceano, Christina Courtin e Nerina Pallot su tutte, in un suono che passa dal folk al rock con immediatezza mai conclamata, ma piuttosto rende omogenea una proposta che snocciola con maturità dieci perle da collezione, dieci brani da ascoltare quando siamo alla ricerca di un qualcosa che forse non vedremo mai, ma che desideriamo con forza ogni ora, ogni giorno. 


Ellis Cloud – Born in the 20’s (GPA Produzioni)

album Born in The 20's - Ellis Cloud

Il talentuoso cantautore polistrumentista Ellis Cloud, all’anagrafe Francesco Riccardo Lo Faso ci conduce all’interno di un mondo, il suo mondo, fatto di sogni ad occhi aperti, di realtà da raggiungere e con giochi da vero equilibrista esperto ci pone in pozione da attenti ascoltatori finalizzando un percorso che si fa insieme di vissuti, emozioni, stati d’animo e bellezza sofisticata. Discepolo di una musica ritmata che tocca e fa vibrare le corde dell’anima, il nostro, in modo scanzonato e a tratti frenetico, ci fa entrare all’interno di una città che porta con sé il sapore di un tempo passato mescolando beat, blues, swing e anarchia di fondo capace di esplodere in contraccolpi sonori da primo della classe in un’incredibile e roboante parata musicale che si fa ascoltare tutta d’un fiato. Con Born in the 20′ il nostro Ellis Cloud intasca una prova, un esordio musicale, alquanto interessante che suona internazionale quanto basta da poter allontanare di getto ogni accostamento e parallelismo e lascia presagire grandi speranze per questa eccentricità messa su disco che di certo non riesce a far stancare e anzi incolla le orecchie dell’ascoltatore perpetuando immagini di vita come fossero realtà tangibili da poter toccare ancora e ancora per molto tempo.

Cristina Meschia – Intra (IRD)

Lavoro sopraffino e incoraggiante questo di Cristina Meschia che riesce a coniugare il cantautorato folk delle radici con il jazz intimo ed elegante, una musica per luci soffuse a disegnare la scena e una sola voce a inglobare pensieri del tempo che fu, in un sodalizio tra dialetto e italiano che ben si esprime in questo album fatto di realtà e di immaginazione; storie, racconti, aneddoti che si dissolvono nella notte dei tempi per entrare con delicatezza nel vivere di ogni giorno, penetrante bisogno di narrare le cose semplici, quelle che per noi sono anche le più belle per quindici tracce che vedono l’avvicendarsi di nomi come Luca Alemanno e Gabriele Evangelista al contrabbasso, Alessandro Di Virgilio alla chitarra, Dario Terzuolo al flauto, Jacopo Albini al sax, gli Aether Quartet agli archi e Federico Sirianni in veste di cantautore.

Pezzi che si prestano al ricordo collettivo per un’esigenza di stringere la mano a tutto ciò che è stato, preservando solo le cose migliori e incoraggiando il futuro ad andare avanti seguendo una strada in grado di renderci partecipi di un tutto in continuo e mutevole cambiamento; grazie a Cristina, ora, questo è possibile, sulle orme della Laquidara, la nostra, ci prende per mano creando ponti immaginari tra anime erranti.