Fusione ritmata e incalzante di generi spaziali, per gli inglesi Melt yourself down, che si scontrano su di una direttiva di pura improvvisazione lasciando a casa orpelli troppo eleganti e facce tristi da colazioni andate a male.
I melt yourself down nell’album omonimo fondono un qualcosa di mai sentito prima, sax ruvidi, batterie senza tempo e voci che si sovrappongono meditando uno scoppio profondo di viscere intestinali.
Claustrofobici e dirompenti passano con facilità da suoni rock al free jazz sottolineando la matrice sperimentale che li contraddistingue in mezzo a tanti altri gruppi.
L’elettronica è campionata e rende l’idea di un’onda pronta a spazzare via qualsiasi cosa che le si propone davanti.
8 tracce con il respiro alla gola, 8 tracce che sembrano tutte uguali, anche se dopo l’ascolto quelli diversi siamo noi.
Per saperne di più
http://meltyourselfdown.com/
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