L’incazzatura globale si respira ancora una volta nell’intricato bisogno di apparire all’interno di un quadro mai delineato di punk, rock, hardcore, rap che sa di tempesta, di orrore mai celato e incubi a dormire dietro l’angolo. Il nuovo dei Sons of shit non delude le aspettative e racchiude, all’interno delle nove tracce proposte, l’illusione di questi tempi raccontata attraverso le peripezie notturne costruite attorno ad un crossover di bisogni da reclamare e sincerità da custodire. Un album pregno di parole. Un disco attuale per temi trattati che trova, nel desiderio di inglobare le asperità, una musica mai scontata e banale che cerca, in qualche modo, di ricucire la strada perduta grazie ad una formula innovativa e ad affetto. Dall’intro lasciata a Nelle puntate precedenti… fino a Fastidio i nostri intavolano un puzzle dove le barriere vengono abbattute e dove la parola diventa veicolo per raccontare le inadeguatezze della vita.