Foxhound – In Primavera (Self release / Chicchicken / 211db Studio)

Ascoltare i Foxhound è come prendere nelle mani una manciata della miglior alternative presente ora a livello internazionale vedi MGMT, Arcade fire ecc… e lanciarla indietro di trent’anni quando la new wave la faceva da padrone e quando un genere si stava definendo nell’indefinito incedere miracoloso del tempo che trasforma il passato in qualcosa di nuovo.

Quel passato che solo nel dirlo è già tale e i nostri di manipolazioni temporali ne sanno qualcosa.

Già vincitori, con il precedente album, di premi importanti, come miglior band del 2012 nel mega contest del M.E.I in questo disco il suono è ancora più incalzante, sicuro, che non lascia scampo alla monotonia e la trasforma per dare vita a qualcosa di unico.

Il tutto è cadenzato da una batteria in dub che conferisce a questo In Primavera un suono internazionale che colpisce per diversificazioni e stratificazioni sonore che si percepiscono in perle quali Erase me o la Floydiana Gasuli perpetuando sogni di gloria in That’s the sky o nel finale ricercato di My life is so cool.

Un disco fresco, originale, quasi a definire un nuovo genere.

E se fossero proprio loro che hanno inventato un nuovo stile, intriso di madido sudore e diamanti da poter ammirare? Ai posteri l’ardua sentenza, a noi spetta solo il compito di schiacciare di nuovo play, perché questa musica non esce dalla testa tanto facilmente.

Indianizer – Pandas (Autoproduzione)

Libertà infinita e senso di vuoto cosmico per questo piccolo disco degli “Indianizer”, fuori da qualsiasi schema di genere e sorprendentemente vario nella formula canzone, dove solo il più attento degli ascoltatori pindianizeruò incontrare contaminazioni stellari in grandi progetti e mete raggiungibili.

Il duo fautore di “Pandas” è l’unione di Riccardo Salvini dei “Foxhound” e del polistrumentista Federico Pianciola già “Unconscious Trio”.

Pezzi che perdono la forma canzone in continui loop e percussioni che entrano ed escono con fare bohemien e rigorosamente pensato.

Il caso in questo disco non esiste, l’improvvisazione nasconde calibrazioni millimetriche di suoni manipolati a dismisura fino a creare un suono convincente sin dagli inizi.

Speriamo che questo piccolo lavoro, diventi un gran lavoro, magari un viaggio più ampio dove sperimentare manie di perfezionismo e traguardi inaspettati. A proposito dove si trova l’India?