Miss Mog – Federer (Dischi Soviet Studio)

Synth pop intriso di vintage per l’ennesima prova dei Miss Mog che intascano racconti di pianura padana affacciata sul mare, tra quintali di slot machine periferiche e pomeriggi passati a convincersi che il mondo marcio in cui viviamo è effettivamente bello, rigoglioso e florido.

La balena bianca è stata quasi del tutto surclassata per lasciare spazio ai disastri che anche questa, nel tempo, ha contribuito a creare, nell’immediatezza della sua fame e nell’assurda convinzione di imprenditori facoltosi arricchitisi sulle spalle delle giovani generazioni del passato e ora pronti a creare stati di crisi in un mondo voluto e cercato da loro stessi.

I Miss Mog raccontano di un cane che si morde la coda, raccontano delle contraddizioni della ricca regione, raccontano di un passato non voluto e di una speranza ancora oltre l’orizzonte, sperimentando i bagliori di un’epoca che raccoglie il pianto di intere generazioni e poi lui il campione Federer a ricucire, come fosse una partita, il tempo perduto, la vittoria sudata.

Qui però in Veneto si perde in partenza, le generazioni che verranno saranno ancora figlie dei nostri genitori, perlopiù raccolti attorno a piccole soddisfazioni quotidiane, attorno alla domenica calcistica, la bottiglia di vino e la montagna di chiacchiere da bar, imprenditori di noi stessi si diceva un tempo, imprenditori per gli altri, spero, si dirà un domani.