Velodrama – L’eticAmorale (Latlantide)

Esordio roboante per il gruppo romano che imbandisce una tavola non propriamente addobbata per le feste, ma una tavola spartana, con i colori della nostra bandiera, la casa che si trasforma in teatro di sangue, la nostra casa, la nostra terra sempre più imbavagliata e compressa, derubata dai potenti di turno, una tavola dove tutti hanno diritto di mangiare, ma che non hanno la capacità di raggiungere il poco cibo rimasto.

La sostanza di l’EticAmorale è racchiusa dal vivere quotidiano, è racchiuso da una rapidità di intenti e di denuncia, dalla continua ricerca di un posto di diverso dove vivere e gridando al mondo intero un disagio che si protrae per tutta l’esistenza, tra marcati squilibri e giorni in cui non ci ricordiamo da dove veniamo e che cosa ci poniamo come obiettivo, un obiettivo per rendere migliore la vita di tutti.

Un po’ come in E’ colpa mia del Teatro quando ad un certo punto Capovilla canta: Figlio mio, lo pensi un giorno, tutto questo sarà tuo; allora i Velodrama si domandano e si chiedono che cosa resterà di tutto questo, di tutti gli anni andati e lo fanno con l’energia dei FASK e la poetica dei Ministri, lo fanno mettendo in campo un sapere maturato sui palchi, un tiro degno della velocità drammatica di cui facciamo parte.

Questo è il disco che racconta il nostro tempo, è un disco di disincanto, ma è anche un disco di rabbia, quella rabbia che ci attanaglia, quella rabbia che anche se solo per qualche secondo, ci fa sentire più vivi e reali.