The Flying Madonnas – Per Aspera ad Astra (Factum est)

Le fatiche danno le soddisfazioni maggiori e da questo nuovo parto della Factum Est Records, etichetta proveniente direttamente dal corpo multiforme della Jestrai Records, esce un disco estemporaneo e significativo dal titolo Per Aspera ad Astra dei romani The Flying Madonnas.

Luci primaverili che si affossano in una psichedelia diretta al nocciolo e capace di trasformare onde sonore in multiformi ipercubi in metamorfosi, indicando l’infinito che era prima di noi, senza racchiuderlo in segmento, senza farlo partire, ma relegando il nostro scorrere in una linea retta, puntini di sospensione e energia cosmica indissolubile, penetrante e intersecata ad energie che sono esse stesse causa del nostro vivere quotidiano.

Un disco che parla di galassie lontane e di come noi esseri infinitamente piccoli ci troviamo ad osservare un orizzonte ancora troppo importante per essere compreso, un orizzonte compreso solo da chi sa osare ripetutamente nelle ultradimensioni che ancora non conosciamo.

Ecco allora l’eterogeneità dei generi: dal post rock all’elettronica, dal noise fino al potente piglio progressive, in un disco che è esso stesso viaggio cosmico verso una via lontana, forse inarrivabile, ma di certo via da seguire.

St.Ill – The Kingdom is coming (Factum Est Records)

Image of St.Ill "The Kingdom is coming"

St.Ill come in una fiaba il regno sta per arrivare, quelle favole del passato riportate nel presente e per l’occasione rese più acide e incomprensibili, richiamando stagioni e uccidendo ansie che opprimono, ritrovarsi tra le molecole d’aria e creare connubi e sodalizi che non sempre riescono tra le band, ma si concedono e traggono profonda capacità di improvvisare e soprattutto sperimentare.

Continua la produzione da parte della Factum Est, parte essenziale della Jestrai Records, di dischi molto underground, quelli che piacciono a noi che si appropriano di un pensiero e lo esprimono attraverso molteplici significati, che radiosi come aurora luccicante si scambiano impressioni prima lasciate al caso ora lasciate quasi all’improvvisazioni se non altro per l’uso di strumenti inusuali e conditi da voci in delay furioso e impastato amalgamando la scena dietro a tende coprenti.

Il regno sta per arrivare, noi siamo il regno ci dicono gli St.Ill, ci fanno contorcere con dissonanza e ci portano in un mondo tutto da scoprire, lisergico, che ingloba la psichedelia anni ’70 e approda ai giorni nostri toccando Sycamore age, comprimendosi fino all’incendio finale di _54.

Un disco che a volte suscita stupore, deformando lo specchio della vita e consegnandoci ballate degne del Bianco dei Beatles, un album che riesce ad ogni ascolto a pervadere l’aria di nuove forme sonore, costruendo strutture anacronistiche ed estemporanee, fruibili e coscienziose.

 

Mambo Melon – Metro Jungle (Factum Est)

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Entrare nella giungla e disperdersi nel suono fatto di voci lontane e uccelli che cantano e danzano grazie al ritmo tribale, al ritmo che di sottofondo si insinua dentro di Noi e ci rende partecipi di un qualcosa che a malapena riusciamo a comprendere.

Questi sono gli sperimentatori Mambo Melon, sono di Cuneo e soprattutto sono solo in tre, capaci di rotazioni stellari e tripudi di battiti sovracorporei che si insinuano lentamente e non ti lasciano andare via, sono capaci di quella spontaneità racchiusa nelle colonne sonore dei film italiani targati ’70 come del resto sono capaci di improvvisazioni sonore che vanno ben oltre il contagio.

Sono tre uomini questi che amano divertirsi con la propria musica, lo fanno in maniera originale e si contorcono in assetati campionamenti sbarellati da sintetizzatori in prima linea e convincente ironia di proclamazione, atta a trascinare in modo si aggressivo, ma del tutto naturale, un mood essenzialmente fatto di colori sgargianti.

Un disco strampalato e carico di vigore, leggero e allo stesso tempo metafisico, dove l’insorgere del sole tra le robuste mangrovie non è altro che un nuovo modo per gridare alla vita.

Postit – Aroma(n)tic People (Factum Est rec.)

L’etichetta Factum Est rec. , pezzo di un unico corpo Jestrai, presenta il quarto lavoro a media distanza di una band proveniente dal Molise attiva dal 2007 i Postit.

Rock strumentale, post rock, chiamatelo come volete sta di fatto che i nostri sono incanalatori sani di una certa energia nascosta che si fa esplosione quando meno te lo aspetti, quando le tue corde avranno smesso di parlare, lasciando spazio alle vibrazioni sonore che ti sovrastano in un lungo incedere discostante.

La band è composta da Massimiliano Ferrante, Luigi Mosca, Daniele Marinelli e Domenico Ciaramella, propongono un suono che deve ricercarsi in primis nel fondamento prog rock di matrice internazionale targato ’70  sfiorando mostri sacri contemporanei e non, tra questi Sigur Ros, Mogway, passando per Zappa e King Crimson.

In Aroma(n)tic People la musica è una commistione di generi che si intersecano tra di loro creando direttrici da seguire e da comprendere a più livelli, tra interventi di jazz d’avanguardia e post rock sviscerale.

Come dimenticare poi che a regalare il valore aggiunto al tutto c’è la chitarra slide di Roberto Angelini e la voce di Yani Lombardi nella traccia di chiusura Midnight in San Nicola.

Un disco da ascoltare più volte, un contatto ultraterreno con qualcosa di indefinito, quasi spaziale per certi versi; condensando la storia della musica, intrappolandola e facendola uscire come energia che ci fa sentire vivi.

 

Francesco Lenzi – Magic Lantern (Factum est/Jestrai)

Continuano le improvvisazioni sonore per la Factum Est, etichetta figlia di Jestrai, ancora più intraprendente e ricercata rispetto alla madre che in questo caso, alla terza uscita, si concede di promuovere un disco fatto di manipolazioni sonore in continuo divenire: questo è Francesco Lenzi con la sua Magic Lanter.

11 tracce di sali scendi ultraterreni indefinibili, inspiegabili e altrettanto impercettibili.

Francesco osa, e riassume in questo album un percorso fatto nel corso degli anni e che continua la sua corsa, senza fermarsi a guardare le mode del momento o il disincanto delle stagioni che trascorrono senza portare frutti.

Francesco è un essere in carne ed ossa che riesce a destrutturare una poesia sonora rendendola quasi fruibile nella sua completa difficoltà, nel suo continuo viaggiare verso mondi inarrivabili e lontani dove solo esseri alieni possono confondersi.

Possiamo definirlo un cantautore psichedelico che è in grado di rinnovarsi ed ascoltare il  mondo che lo circonda, come fosse un rilevatore di suoni, pronto a registrare anche il battere di una farfalla.

The delay in the universal loop – Disarmonica (Jestrai, Factum Est)

Image of Disarmonia [LIMITED]Secondo episodio per la Factum Est, mini etichetta della Jestrai che infila una dietro l’altra delle novità che si contraddistinguono soprattutto per l’originalità della proposta e per l’esportabilità di questa anche in territori oltre confine.

Questa volta ci troviamo davanti ad un album composto interamente da un giovane che si ricava un posto nell’universo musicale lontano anni luce dal mainstream e dalla pagina internet patinata.

 

Qui c’è solo pura improvvisazione e il risultato è un miracolo.

Accolti da atmosfere alla Aphex Twin, Radiohead e Verdena l’album è un mescolare eterogeneo di cambi ritmici, sonori e di ambientazioni creando un qualcosa di similare, anche se più complesso, al percorso intrapreso dal cantautore pugliese Trivo.

Ciò che stupisce maggiormente è che Dylan Iuliano, fautore di questa opera, è un giovane di soli 17 anni capace di creare abilmente architetture imprevedibili e leggiadre nella loro disarmonia.

Sembra di ascoltare un post “Amnesiac” tanto le trovate risultano geniali quanto le regressioni ipnotiche si fanno presenti senza mai abbandonarti.

Inoltre notevole la scelta del cantato in italiano, così lontana dalle scelte stilistiche a cui uno è abituato ascoltando questo tipo di musica.

Un album alieno di una bellezza confortante che si lancia in spazi cosmici con “Eternauta” per poi sprofondare in “Memorie dal sottosuolo” verso atmosfere da guerre stellari, “I miei nervi scoperti” è un continuo brivido, mentre “Spasmodica” si compone e si decompone per essere ascoltata più e più volte.

Il finale è assegnato allo splendore strumentale di “Nei nostri eterni giorni” che racchiude lo spirito del disco attraverso sintetizzatori e continui loop di batteria.

Tanto stupore quando si spegne lo stereo e un plauso per aver saputo osare con stile riuscendo in un’impresa che sicuramente non era facile già in partenza.

A Febbraio Dylan sarà impegnato in un tour americano che toccherà New York e Dallas, con l’augurio che faccia brillare qualche stella d’italianità anche oltre oceano, ne abbiamo bisogno.

Selfishadows – Step On (Factum Est)

Progetto alquanto originale quello che si propone la Jestai Records: creare un nuova, piccola etichetta che riesca a produrre band ancora meno commerciali della casa madre e dando un senso, necessario dico io, al disco in sè, valorizzandolo con tirature limitate di 60 copie ad uscita e avendo copertine disegnate a mano, stampate in serigrafia ed infine dipinte una ad una.

Perchè tuttimage0037-300x298o questo ci chiediamo? Per dare un senso ad una musica sempre più fruibile, per questo mordi e fuggi che non lascia il tempo di essere ascoltata e apprezzata.

La prima produzione di questa coraggiosa proposta è il disco di Selfishadows “Step on” che già da un primo ascolto si fa comprendere per il livello elevato di qualità e originalità.

In bilico tra atmosfere new wave e e ambient il progetto onemanband di Daniele Giustra è un rievocare continuo e ipnotico di concetti amalgamati da una struttura statica che evoca un continuo movimento, un fluire in divagazione di un lento vivere.

Un cantautore moderno quindi che si divincola dagli anni zero in maniera sublime e accompagnandoci in meraviglie sonore come in “Step On” on in “Hard”: sembra di ascoltare Bob Corn e Micah P Hinson in chiave elettronica.

“Memories” e “Time is near” sanciscono un finale emozionale da songwriter maturo e inaspettato.

Questo nuovo progetto di ampio respiro aggiunge una perla al panorama internazionale, dico io, perchè in qualche modo il tutto è ricondotto ad un filo di ricordi impreziosito da una proposta che va oltre i confini della nostra nazione.

Un grazie quindi anche a Factum est a Maria Teresa Regazzoni e a Marco Nicoli per aver creduto ancora che in Italia vince sempre e comunque la musica di qualità.