Fabrizio Tavernelli – Infanti (Musicraiser)

Fabrizio Tavernelli: "Infanti" è il nuovo album in uscita il 4 maggio

Concept davvero impressionante dal punto di vista musicale, testuale e visivo in quanto capace di ricreare a mente aperta e ad occhi chiusi energia che si trasforma in speranza nel raccontare sempre a cuore aperto sottili linee di confine da superare, da ammirare, da poter oltrepassare ancora. L’album di Fabrizio Tavernelli racchiude al proprio interno un segreto che va gridato per un gran cantautore che riesce a cogliere lo spirito del momento, raccontando di una modernità espressa e sempre al centro del conflitto dove i protagonisti sono i bambini privati di qualsivoglia forma infantile e giocosa, ma visti come pezzi di carne senza colpa a subire i soprusi derivanti dalla guerra, a subire visioni di una realtà che per loro non esiste più. Il nostro mescola elementi di rock anni ’90 con qualcosa di più ancestrale e primitivo, ci sono i CSI, ci sono i La Crus, Paolo Cattaneo, c’è tutto quel bisogno interiore di scavare nelle meschinità umane per coglierne l’essenza più reale. Infanti è un disco essenziale per i nostri giorni, è un fiore da cogliere e da ammirare, da custodire e da fotografare per il tempo che verrà. 


Fabrizio Tavernelli – Fantacoscienza (Lo Scafandro)

Anfratti crepuscolari di un universo d’autore che si stagliano nella coscienza a riformare una parte di noi che si è persa nel buio, a riformare un bisogno esistenziale di cura verso ciò che stiamo perdendo, una fusione tra spazio e subconscio che mira a comprendere le ardite sperimentazioni della nostra mente che si protraggono da qui all’eternità in un circolo senza fine, mirabile e strutturato che va oltre il cantautorato, rendendo la proposta di Fabrizio Tavernelli, attivo già dagli anni ’90 con AFA, CSI, la creazione del progetto Materiale Resistente, passando per Duozero, Groove Safari, Ajello e Babel, una proposta dal sapore personale e soggettiva che interseca la poesia e la letteratura, passando per il cinema e dando vita a sperimentazioni sonore che si fanno veicolo per nuove malinconie postmoderne  e esistenzialismo elegantemente conclamato e atteso, ritrovato e inglobato, un mirare il cielo da nuovi punti di vista, verso l’ignoto, verso ciò che non conosciamo, capire la fine per comprendere il principio, in un’eterna attesa che si dimostra essere parte integrante di noi, tra lo sprofondare negli abissi e quella cura nel particolare che spesso paga, spesso dona soddisfazioni, per attimi di luce che possono durare solo il tempo di un abbaglio, un abbaglio però che sa ancora di speranza.