INKETHA – Re8orn (Autoproduzione)

Eugenio Persico in arte Inketha convince con questo disco che parla della necessità di affrontare l’esistenza in modo diverso dove in un momento di caos si sente la necessità di fare ordine nella propria mente cercando di creare, attraverso un concept album, una serie di pensieri importanti che analizzano la nostra cultura e il nostro vivere, soffermandosi su ciò che ha bisogno di una trasformazione che parte dall’interno che parte da noi.

Ispirato da mostri sacri della chitarra il nostro mescola le carte in tavola in una formula bizzarra ma pragmatica tra Petrucci, Satriani, Hendrix, ma anche tra post grunge di A perfect circle, Tool e dai nostrani Afetrhours e Marlene Kuntz degli esordi che utilizzavano distorsioni psichedeliche per farci entrare in mondi a noi sconosciuti e tutti da scoprire.

Eugenio persico si pone questa necessità e appieno compie il miracolo sonoro contemplando e trasformando generi in un continuo stupore di meraviglia.

Si lascia andare inoltre nella reinterpretazione di Up Patriots to Arms di Battiato stupenda analisi di un mondo che ci vuole in ginocchio, tenendo testa tranquillamente e con disinvoltura al gruppo di Boosta e Co.

Un piccolo gioiellino, questo album, che ci promette un nuovo inizio, una nuova rinascita dal grigio fumo di città lacerate al suolo al verde fiorito di distese di prati.