Fabrizio Pocci e il Laboratorio – Una vita (Quasi) normale (VREC)

Fabrizio Pocci è cantautore in blues che si abbandona alla bellezza delle cose semplici che possono capitare, l’importanza nel definire l’essenza del momento in istantanee poppeggianti e di sicuro effetto coadiuvate da refrain che entrano facilmente in testa e lasciano inseguire i pensieri in un vortice di sentimenti e sostanze positive, accompagnando un suono importante e ben calibrato grazie alla presenza, in veste di produttore artistico, di Erriquez della Bandabardò, della chitarra di Finaz in In fondo è facile, e la voce di Jole Canelli nell’interpretazione di Se stasera sono qui di Tenco senza dimenticare il super ospite Bobo Rondelli che duetta nel primo singolo del disco E ci sei tu. Fabrizio Pocci da vita ad un teatro di quotidianità che arriva a delineare un quadro semplice, a tratti intimista, di passioni e comunione d’intenti, si pensi a Io non ti scorderò o a Sfumature, all’importanza del ricordo e al senso totale della vita stessa alla ricerca di Una vita normale con al centro proprio quelle esistenze di tutti i giorni, vissute fino in fondo e pronte ad esplodere seguendo il corso delle stagioni, seguendo il corso dei giorni e dei sogni che stanno sempre dietro l’angolo.

Turkish Café – Cambio Palco (Autoproduzione)

Occidente e Oriente che si incontrano tra mercati e tra gli incensi, tra il vociare delle etnie e il canto sospinto che non ha mai fine ad impreziosire pezzi eterogenei, capaci di ammaliare ed entrare dentro al primo ascolto, in una sorta di compiutezza che si fa eleganza conturbante, senza un ordine preciso, ma il tutto è raccolto da uno scrigno di sapori e tradizioni che vanno oltre il nostro sentire.

I Turkish Café confezionano una prova che sa di mondo, che sa di freschezza, ma anche di passato, di radici lontane pronte a contaminarsi in un lungo sospiro, un cantato italiano che è pronto ad abbracciare altre culture, che si fa tessuto vivo per ogni fulgida apparizione.

Nel disco suonano decine di strumentisti, nella formula ospitale di chi sa dare un apporto sempre diverso e concreto come Erriquez della Bandabardò in un folk che incrocia una delicata elettronica e un pop ben confezionato e elegante.

12 tracce che si muovono fra numerosi territori e che non si stancano mai di cercare e incanalare le idee verso una nuova via, verso un mondo da scoprire e in qualche modo restandone contagiati, una purezza che si percepisce fin da subito con Controlla per passare velocemente al finale A Milion Years, tra saliscendi emozionali che ci abbracciano regalando energia.

Disco riuscito, grazie all’originalità che si perpetua nell’unione di più generi, una tavolozza di colori profonda, da mescolare e reinventare fino alla fine dei giorni.

Fabrizio Pocci e il Laboratorio – Il migliore dei mondi (VREC)

Fabrizio Pocci assieme al Laboratorio crea un disco solare, ritmato e ben congegnato per la stagione che deve arrivare, tra altalene di colori e sprazzi di vivacità contagiosa che si esprimono lungo tutte e sei le tracce che vanno a comporre l’ep.

Il quarantenne cantautore toscano confeziona una prova convincente che si imbarca verso lidi lontani e conquista per morbidezza d’approccio e sostanza da dispensare.

Tra strumenti prettamente folk: lap steel e mandolino, contrabbasso e tastiere i nostri ingaggiano un duello con il tempo che deva ancora arrivare, un duello con il quieto vivere che si fa via via sempre più complesso e poco delineato, in un avvicendarsi di forme che prendono il sopravvento tra sussulti reggae, ska e cantautorato alla vita assaporando il vento.

Un buon equilibrio quindi, che ci ricorda per spirito la Bandabardò anche se a volerla dire tutta il frontman della band toscana Erriquez si intravede alla produzione e nel cantato di Le stagioni di una vita.

Disco quindi ben studiato e riuscito, ricco di sfaccettature e di intenso savoir faire letterario.

Pensa ad una giornata di sole riscaldata attraverso un vetro che dipana le ombre e si lascia al tempo che verrà in un turbine segreto fatto di amori lontani ed esigenze da condividere in un saliscendi vorticoso legato al filo dei ricordi, pensa a canzoni strutturate in modo magistrale dove le contaminazioni sono evidenti e percepibili, pensa al contrario del buio e alle foglie mosse dall’aria: tutto questo è Fabrizio Pocci.