Lechuck – Dovresti farlo adesso (Dotto/Scatti Vorticosi/DG Records/Entes Anomicos/Brigante)

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Shoegaze emozionale capace di penetrare la carne e stabilire un equilibrio interno pronto a scoppiare in poco tempo, pronto a gridare la propria appartenenza ad una sostanza in perenne cambiamento che fa i conti e si proietta al di là delle nostre convinzioni, al di là delle forme che siamo abituati a guardare. I Lechuck sono un gruppo davvero forte, degli animali da palcoscenico capaci di sfogare la propria rabbia interiore attraverso un suono pensato, introspettivo, mai banale nel risultato finale, ma piuttosto sedimentato a dovere e che si rende davvero unico e incisivo in pezzi come l’apertura affidata a Colpa, Tubo, Mattonella, Colla Vinilica per un’essenzialità ammirevole che si lascia ad aperture costruite e sincere. Dovresti farlo adesso è un album immediato, ma nel contempo carico di contenuti, ricorda per certi versi le prime prove dei FASK o dei JoyCut in simbiosi perenne con uno stile conturbante e che non dà nulla per scontato, una prova corale in tutti i sensi che non lascia scampo, ma che procede verso una linea definita e convincente. 


So long – So long (DG Records/Entes Anomicos/E’ un bruto posto dove vivere)

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Malinconia giovanile assuefatta dal caldo d’Agosto e intrappolata per l’occasione in un dischetto power chord che lascia ai suoni un gusto estetico davvero importante e coinvolgente, ricoperto di pellicole di vita fatte apposta per l’occasione e che vorremmo non finissero mai. Il disco omonimo dei So long è un tuffo nel passato scoperto, è un bagliore di stelle davvero importante che ci permette di assaporare questa musica corale con le orecchie protese agli ’90, tali sono le sensazioni che pervadono prepotentemente fin dalla traccia d’apertura Hanger per poi proseguire su di un substrato cangiante, ma omogeneo con pezzi come We loved, So long o Spine solo per citarne alcuni. I So long fanno della melodia pop un punto centrale che sfocia nella determinazione dell’indie rock pur non essendoci un confine netto tra i due generi, anzi in queste otto tracce ci sta la sorpresa del momento che come soffio di vita ti accoglie e svanisce proprio come le belle storie che sanno d’infinito.