Daniele Leoni – Piccoli segreti (Autoproduzione)

Aprire lo scrigno dei segreti, lo scrigno dell’infanzia, quella parte di bambino che è dentro ad ognuno di noi e si concentra, si fa viva, raccoglie l’eredità di pianisti come Einaudi e si pone a metà strada tra il conterraneo Andrea Carri e il campano Bruno Bavota, sia per scelte stilistiche, sia per approccio minimal pianistico, dolce e rarefatto a ricreare onde in divenire, in costante abbraccio con il nostro essere, con il nostro stare, esigenza quindi di comunicare e far riemergere un insieme di ricordi, passioni e vita dentro ad ognuno di noi, cogliendo l’attimo, soppesando le note, facendo chiarezza interna.

Velata malinconia il marchio di fabbrica di Daniele Leoni, una malinconia buona a ricoprire pensieri, a fare da sfondo alla purezza del cuore, un morbido abbraccio adolescenziale che racchiude titoli alquanto significativi per una poetica che per una volta non colpisce con le parole, ma corona l’insieme di note: Portami via con te, Il primo bacio, Nel profondo dei tuoi occhi, istantanee di vita vissuta e poi giù giù a scorrere l’Infinito.

Potrebbe essere la colonna sonora per un film Piccoli segreti, invece fa parte di quei dischi che sono colonna sonora della nostra vita, quelli che attacchi al mattino in auto o quando torni a casa la sera e ti fanno allontanare per un momento dal grigiore, ti fanno ricordare l’infanzia e quel bimbo ancora vivo dentro ad ognuno di noi.