– FUMETTO – Qvando c’era LVI N°1- Daniele Fabbri, Stefano Antonucci, Mario Perrotta (Shockdom)

 

Titolo: Qvando c’era LVI N°1

Autori:   Daniele Fabbri, Stefano Antonucci, Mario Perrotta

Casa Editrice: Shockdom

Caratteristiche: spillato, 32 pp. a colori

Prezzo: 3,00 €

 

Diciamo che sto fumetto è corrosivo, diciamo anche che è immediato e diretto, di quell’ironicità sottile e allo stesso tempo dilagante che mette in piedi un teatrino ambientato nei nostri giorni dove il potere è preso di mira non in modo nostalgico, ma in modo dissacrante e utilizzato come pretesto per creare una sorta di bolla d’aria temporale dove i poveri uomini del mondo odierno sono chiamati a rivivere volutamente i dettami di una dittatura fascista egregiamente ridicolizzata e auto creata.

Un fumetto scomodo, ma essenziale, di quell’essenzialità che prima di tutto è storia, da far percepire non al solitario viandante che si occupa di temi sociali, ma prima di tutto è un modo per dare un senso e un valore al mondo che ora stiamo vivendo.

Troviamo la perdita del mito, del condottiero e la spasmodica ricerca di un leader in un tempo purtroppo, non sempre dimenticato, un duce e il suo saluto romano a testa in giù in copertina che sa più di beffa che di seriosa disciplina preannunciando ciò che troveremo all’interno delle pagine illustrate e poi ancora uno scienziato direttamente dalla Germania post ’35, capace di tutto per dare vita ad una creatura che…ma non vi dico più niente, il fumetto, almeno la prima parte, la troverete da domani 15 Aprile 2016 in tutte le edicole oppure online qui:

http://www.shockdom-store.com/fumetti/209-quando-c-era-lvi-vol1.html

Primo di quattro uscite, Qvando c’era lvi, nato dalle notevoli e argute menti di Daniele Fabbri, Stefano Antonucci e Mario Perrotta si pone al centro di un’attenzione mediatica importante; è arrivato il momento che la nona arte si metta al servizio di un mondo che rischia il tracollo, tra vecchi e malati ideologismi, per riscoprire l’importanza del fumetto di contenuto come lo era Frigidaire negli anni ’80, forse il paragone sembra azzardato, ma sento che la strada da seguire è proprio questa.