Casa – Nova Esperanto (Dischi Obliqui)

Follia minimalista ad intrecciare elettronica del bimbo A degli oxfordiani Radiohead e dei Massive Attack processati attraverso qualcosa di ancestrale e sconosciuto ai più in una sorta di allegoria contemporanea da cui attingere spaccati che diventano radici, costruzioni sovrapposte che diventano dedalo di strade deserte, ma occupate. Il disco perduto e recuperato dei Casa, datato 2006, viene qui immortalato in una sorta di trasposizione vaporosa che non ha il sapore della lucidità riconosciuta, ma piuttosto il gusto eccentrico di una band che ruota attorno al sempre presente Filippo Bordignon per un risultato finale che destabilizza. Decentrare l’ascolto non è di certo una novità per il vicentino che riesce a stampare, per l’occasione, un disco creato ad arte. Un album che vede la presenza principale di Fabio De Felice e Gigi Funcis Dalle Carbonare a manipolare suoni e vocalizzi che incontrano testi privi di senso compiuto; elucubrazioni mai contingentate che ricercano nella bussola delle emozioni la via da seguire. Il nuovo, vecchio album dei Casa, è una sorta di creatura in divenire che ha compreso dal passato il senso profondo della parola avanguardia continuando a ricercare, nell’aleatorietà della musica contemporanea, un proprio credo.


Nova sui prati notturni – Nova sui prati notturni (Dischi obliqui)

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Visioni materiali approfondiscono il divenire con atmosfere ed elucubrazioni immaginifiche che amplificano la visione d’insieme e accennano ad aperture mistiche a tratti inconfondibili. Il nuovo dei Nova sui prati notturni è un ritorno in grande stile perché sa compiere voli pindarici nell’oceano cielo intensificando momenti di assoluta introspezione e di miraggi da scorgere nella ridondanza del gesto, nella ridondanza delle parole in un loop continuo disturbante e ammaliante. La band vicentina, fuori da qualsivoglia classificazione modaiola, ci permette di entrare, come sempre, in un mondo decostruito. Il settimo album per dischi obliqui raccoglie dieci brani. Sette inediti e tre ripresi e riveduti dal passato. Nelle loro canzoni ci troviamo echi di Gatto ciliegia contro il grande freddo, CSI, Low, Tortoise in un mix però che sa raccogliere le differenze per farle esplodere in un bisogno sempre nuovo di ricomporre voci, immagini, momenti che non torneranno più. I Nova sui prati notturni si confermano pionieri poco conosciuti, ahimè, di uno stile davvero esaltante e nel contempo meditativo. Un album completo che riassume le potenzialità di una band davvero sorprendente.


Casa – Ultimo esordio (Dischi obliqui)

 

Risultato immagini per casa ultimo esordio

Disco simil acustico a rimembrare il musicista Florio Pozza in un raduno esistenziale di musicisti a ricreare sodalizi e trasporti, vaghe reminiscenze e costante sviluppo ultraterreno. La dimensione dei Casa, da qualche tempo solo Filippo Bordignon, si protrae nell’etere attraverso una nuova e spiazzante produzione, se spiazzante può essere il termine adatto con un gruppo come il suo, capace di oltrepassare il concetto materico, ma effimero della precedente L’inottenibile per scardinare al suolo tracce composte e composite in una sorta di minimal acustico rigorosamente in monofonia e carico di elementi blues e jazz. Si rivanga il passato e si trasforma lo stesso passato in ricordo e memoria. Nel disco ci sono sei brani originali che il nostro doveva registrare con Pozza affiancati a loro volta da pezzi musicali della tradizione mondiale tradotti in italiano. Si spazia dall’etno music con lo sguardo al futuro di Noi e noi per convogliare attraverso gli stati metafisici, in perfetta sintonia con l’attualità, di Ruit hora. Bellissima la versione di Bimba che sogna come del resto brani inglobanti come Il capannone e Oltre la metà. Filippo Bordignon, attraverso questo disco, alza ancor di più l’asticella dell’avanguardia coerente. Non dischi per accontentare il pubblico, ma piuttosto chiare e limpide visioni sghembe di una realtà incontrollata, qui raccolte a uso e consumo di chi ha bisogno di ascoltare qualcosa che abbia un senso, qualcosa che conti davvero.


Casa – L’inottenibile (Dischi Obliqui)

L’inottenibile

Spogliato di ogni orpello di genere, sempre difficile comunque da etichettare, ritorna il progetto Casa con un disco che mira direttamente al senso materico del tutto, in un vortice concentrico di impressioni gettate sulla tavolozza della vita attraverso suoni sintetici, oscillanti e privi appositamente di ogni forma strutturale concessa. Suoni scarni quanto basta per creare un unico ambiente lineare che in trasposizione evolve e ritorna sui suoi passi. Filippo Bordignon in questo nono album e quasi in solitaria, compie un’evoluzione che rispecchia un senso di origine del tutto soggettiva. Non ci sono le improvvisazioni avant jazz, non c’è più l’art rock degli inizi, c’è piuttosto una capacità intrinseca nel delineare un paesaggio solitario, un digitale che irrompe nella natura e buca la tela di ciò che può essere esplorato per concentrarsi sulla forma uditiva del tutto per un rigoroso suono monocorde che nella tecnica dell’essenza trova la propria via di fuga. Trenta tracce e poco più di trenta minuti di disco a creare un album che non si fa ascoltare, ma che piuttosto va compreso nella sua complessa profondità.  


Nova sui prati notturni – Non Expedit (Dischi Obliqui)

C’è della luce in questo disco e le sovrapposizioni sonore che ne derivano conquistano al primo ascolto concentrando una poesia domestica che riabbraccia il senso più profondo della parola casa in attimi di introspezione che accolgono, accarezzano e nel contempo decisi annientano e distruggono come fiume in piena per poi tornare alla calma e alla leggera consolazione del momento.

Il nuovo disco dei Nova sui prati notturni trasmette calore, nonostante i colori freddi di copertina, un calore che si evince da un packaging essenziale, ma nel contempo originale, dove la componente artigianale vince su qualsivoglia forma usuale e commerciale, un album che scalda con una formula in divenire che in parte abbandona le sonorità passate lasciando molto alle parole  la spiegazione di concetti e il fulcro di un progetto importante quanto coraggioso che investe il quartetto vicentino ormai da alcuni anni, quello stesso progetto che ora si trasforma seguendo in qualche modo i cambiamenti interiori, gli stati d’animo e le concezioni di una modernità che proprio in questa band assume un concetto anacronistico, fuori dal tempo.

Suoni che si fanno materia per composizioni che vivono di vita propria, poesie di sentimenti e natura che si intrecciano a code post rock di rara bellezza e autenticità tra episodi connotati da un forte impatto emotivo come A casa e Tiresia, passando per le deflagrazioni di Plastic Sun Rising e Non Expedit e il cantato di Duane Berry tra forme aliene e citazioni che vanno oltre un pensiero condiviso; una formula impattante che alterna, soprattutto in chiave live, la calma e la tempesta dei Marlene Kuntz di Senza Peso e la discografia concentrata di band come Mogwai e Godspeed you!Black Emperor per un nuovo inizio forse o piuttosto una continuazione nel creare forme musicali e strutture sempre nuove lontane dalle consuetudini del mercato e puntando sul fatto che forse la qualità alla fin fine conviene sempre.