DIFIORE – Scie Chimiche (Autoproduzione)

Intimità di una fioca lampada asciutta lasciata sorprendersi dai colori del sogno, ma anche della veridicità che abbandona l’onirico e si staglia con veemenza ad affrontare una realtà che si evolve e in netto contrasto con qualsiasi forma di presunzione si arroventa e consuma, rilascia forme nuove e rende il cantautorato un bisogno, un’esigenza da scoprire, una nuova forma per affrontare il domani.

Dentro a questo disco Difiore ingaggia un duello con se stesso, si racconta, ma si mette anche e soprattutto in discussione, un disco nato ancora nel 2013, un album che si è sciolto e allo stesso tempo ricomposto, si è trasformato e ha consegnato una vitalità del tutto nuova, non frenetica per intenderci, anzi delicata e soppesata, sentita.

C’è tanto amore e disillusione in questo album, dodici canzoni dalle Scie Chimiche italiane fino a Occhi di donna, quegli occhi che potrebbero portare il colore di un altro continente, chissà, forse solo il tempo saprà spiegare di che materia noi ci siamo auto costruiti e solo il tempo allora come in un solo istante potrà raggiungere l’azzurro di una nuova marea, l’atteso battito di un nuovo giorno e sullo sfondo le immagini di una vita, pronte a farci compagnia quando la sera inesorabile, cala su di noi.