Fenriver – Delta (New Model Label)

Oltre l’heavy-psych che conosciamo i Fenriver al loro esordio intascano una prova davvero interessante che coniuga elementi di post hardcore con un qualcosa di più sotterraneo e tecnico, un heavy oscuro che abbraccia la passione per il prog e le sovrastrutture stratificate all’inverosimile tanto da far suonare il pezzo come una canzone dentro ad un’altra canzone senza fine. I quattro veneti si concedono ad attimi lisergici che scoppiano poi di esplosioni sonore distorte tanto gainizzate e compresse da far scervellare risalendo la corrente dei nostri incubi peggiori e raggranellando influenze su influenze, dai Black Sabbath ai Kyuss, passando per i Melvins e i contagiosi Led Zeppelin in un vortice di quattro canzoni, cantate in inglese e italiano che arroventano i ferri del mestiere e si concedono nel finale alla potenza sonora totale di In solitude, suite di otto minuti che comprime e dilata il tempo a proprio piacimento. Una prova d’esordio davvero importante questa che sottolinea non solo la forte capacità tecnica del gruppo, ma anche e soprattutto le doti di comunicazione della band che utilizzano un registro vintage avvolgente che incontrerà il piacere di molti puristi della prima ora.

Fratelli Tabasco – The Docks Dora Session (New Model Label)

Album di debutto sudato e ammaestrato, registrato in presa diretta e sognante apripista ad applausi reali e sentiti, capaci di coinvolgere e dare un senso ad una jam che si trasforma in repertorio calibrato a dovere, ma non troppo, richiuso, inglobato e successivamente sparato al suolo in una sostanziale ricerca dell’appeal perfetto, del mood diretto tipico del blues e capace di far percepire le vibrazioni sonore oltre ogni aspettativa, per una band, i Fratelli Tabasco, che ha le carte in regola per insegnare.

 Una maestria che si fonde con il tempo, proprio come le cose migliori e ci regala un disco che sa di palco, che sa di fiume e vecchie campagne abbandonate, un album che parla di disagio e redenzione, unico concetto esistenziale per un riscatto che prima o poi verrà, una rivisitazione personale, attingendo non solo al passato, ma anche al presente, pensiamo a Ben Harper e alla sua monumentale opera, di classicità proiettata nel futuro, da Radioactive Mama fino a Boris’Boogie, tra l’armonica tremolante e le intersezioni funky, per nove tracce che hanno il sapore della leggenda e allo stesso tempo dei giorni che verranno.