Garage, lo-fi, una sorta di psichedelia rumorosa per un viaggio cosmico verso la luna attraverso strampalate visioni e sensazioni che attanagliano e stringono allo stomaco concedendo una visione diretta al tutto che confessa una sorta di appartenenza ad un mondo fatto di immediatezza, senza mezzi termini o mezze misure. Il duo composito dei the INFRAMEN, per l’occasione, interseca elettricità sghemba a qualcosa che profuma di improvvisazione. In un’epoca dove tutto sembra essere calcolato questo miracolo musicale partorito è una boccata d’aria sana e uno schiaffo al perbenismo contemporaneo. Sono tredici pezzi, tredici movimenti che lasciano a bocca aperta. Da Tycho I fino a Tycho III, i nostri si concedono lampi di sregolatezza e fulmini di meraviglia per una rincorsa continua verso territori inesplorati. Zero gravity toilet è un cavallo imbizzarrito, una corsa infinita su una prateria sconfinata dove tutti gli elementi in campo appartengono ad un universo che sa di futuro.
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Paolo Miano – Revoluzione (Dcave Records)
Rock e cantautorato si fondono per dare vita ad un sostanziale racconto dove strade tortuose si intersecano con i bisogni esistenziali di un autore capace di dare voce alle intricate visioni che la quotidianità tende ad evidenziare durante il percorso di crescita che risiede in ognuno di noi. Paolo Miano riesce a creare una commistione, un’alchimia ben ponderata e classicheggiante dove strumenti e musicisti si mettono a disposizione per dare alla luce un interessante quadro d’insieme costruito attorno ai ricordi e al desiderio di libertà che perpetua e consola per un risultato che valorizza la parola, il suono, la ricerca sospesa nell’interessante viaggio che lo stesso cantautore ci invita a fare. Revoluzione è un album, a tratti, ammaliante. Da Uomoceronte a Calati Juncu il nostro riesce a dipingere, nella tavolozza esistenziale, un disco ponderato e sincero dove la bellezza della poesia in musica è materia preponderante per i sogni a venire.
RadioSabir – Cunti e Mavarii pi megghiu campari (Dcave Records)
Evoluzione del progetto Niggaradio per un disco profondo che parla dei problemi della nostra quotidianità attraverso una commistione intelligente di generi che guardano alla world music ammiccando al dub, al blues e a tutti quei movimenti naturali che ci portano ad essere parte di un tutto in continua evoluzione. Ci sono radici da coltivare. Momenti introspettivi che guardano al suono della ragione e fanno del momento interiore la chiave di volta per comprendere da dove veniamo e dove vorremmo andare. Dentro a questa complessità ci sono i sentimenti e il bisogno di cambiare, la sostanza raccolta e l’essenzialità dei significati da veicolare. Pensiamo all’apripista ‘Na buttigghia i vinu, passando per Voodoo Med, Ci voli tempu, l’efficace ‘A rivoluzione un si fa chi social, fino ad approdare ad ampi territori nel finale con pezzi come E resta ‘cca e Seggia Sghemba. Il progetto RadioSabir, riesce, con assoluta naturalezza, ad incrociare mondi diversi per un risultato d’insieme sempre all’altezza delle aspettative e carico di modernità da veicolare.
Niggaradio – FolkBluesTechno’n’Roll…e altre musiche primitive per domani (DCave Records)
Suoni multiformi che sanciscono l’importanza dei colori e delle sfumature, quel cantato di strada che si affaccia sul Mediterraneo e la voglia, quasi bisogno essenziale di sperimentare, di mettersi alla prova per un disco che ingloba una poesia che non ha nessun legame con gli ascolti odierni se non per l’interesse, che lega i Niggaradio, per la scoperta e il profumo di nuovo, di originale, ma allo stesso tempo concreto.
Africa, America, l’Oriente alle porte, generi completamente opposti che si attraggono e formano un arcobaleno di legami e speranze capaci di farsi sentire già nell’apertura affidata a U Me Dirittu, il blues chiamato in causa solo per attitudine e poi via via i testi che parlano dell’immaginaria concretezza di essere umani in questi tempi altamente strani e destabilizzanti.
La musicalità della Sicilia aiuta nel dare vita a poesie da testa alta, come aiuta di certo la presenza di Cesare Basile; obiettivi ben precisi e rassicurazioni sul domani, un futuro da costruire quasi fosse un puzzle che parla della nostra vita e che cerca speranza dove questa si nasconde.