Davide Peron – Inattesi (New Model Label)

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Le parole di Davide Peron entrano sottili come una lama e si insinuano attraversando le montagne e le pianure tra attimi di vita vissuta e bisogno di comunicare all’esterno un senso di appartenenza con un territorio che via via sembra essere sempre più vasto e irraggiungibile. Inattesi comunica un amore per il mondo che il cantautore vicentino esprime attraverso disegni vividi e immagini senza confini. C’è più introspezione rispetto ai lavori precedenti, le canzoni sembrano quasi dei notturni da apprezzare su posizioni privilegiate, guardando magari dalla cima di un monte le luci flebili di una città in dissolvenza. Sette pezzi che sono l’esemplificazione di un lavoro certosino curato nel corso degli anni, brani che si lasciano ascoltare dando sempre maggior risalto ai testi, spogliati questi dagli orpelli musicali, salvo qualche rara eccezione dove l’elettrica fa la sua parte solista e dove l’intimità raggiunge apici notevoli che si infrangono volutamente contro il silenzio devastante di una società malata. Abbiamo pensato a giocare riassume per certi versi l’intero lavoro e Un silenzio, nel finale, è degna conclusione di un percorso che fa della condivisione un punto di adesione verso un qualcosa che non possiamo vedere, che non possiamo comprendere ancora, ma che riesce sicuramente a formare solide fondamenta in grado di trovare nelle radici di un fiore un punto di contatto con il nostro venire al mondo. 


Davide Peron – Imbastir Parole (ProtocolloZero)

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Davide Peron, circondato dai monti che lo abbracciano, crea un disco che ha il sapore delle cose genuine, dei cammini impervi e della sostanza complementare che possiamo assaporare nell’attimo fuggevole, nel nostro incedere quotidiano, nella ricerca di una sostanziale rivincita nei confronti di un mondo troppo vasto e troppo difficile da comprendere, un album che porta con sé le caratteristiche di una forma canzone impegnata e sbattuta nella realtà, tra il rurale e le piccole cose della vita, quelle che fanno bene, quelle da cui non potremmo mai separarci e in tutta questa semplicità scoprire una forma canzone chiara e limpida dove gli arrangiamenti, le incursioni e le meraviglie sonore che si snocciolano pian piano lungo l’ascolto di queste dodici tracce, fanno da legame con la terra, con i nostri vissuti, completando un percorso integrandolo.

Ecco appunto la scelta di inserire alcuni pezzi appartenenti ad album come Aria buona e Fin qui: per creare continuità e questo disco è la prosecuzione naturale di un percorso che si apre con la bellissima Fortuna al fianco, prosegue con pezzi come Terramata per raggiungere il suo apice con il singolo di denuncia La pallottola; il tutto affacciandosi ad un album vero, che ha il sapore delle cose migliori, del tempo che passa e di qualche vecchio alla porta che scorge da lontano il mutare silenzioso delle stagioni.