Augustine – Grief and Desire (Autoproduzione)

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Augustine all’anagrafe Sara Baggini riesce nell’intento di creare atmosfere surreali e sognanti capaci di penetrare nell’inconscio attraverso una musica soppesata a dovere e immedesimata nell’attimo da vivere in stanze bianche, in stanze spoglie dove le pareti acquisiscono realtà e comprensione, magnificenza e sostanza e lasciano la bellezza sovrapposta al giorno che verrà. Penetrare in questa musica è come inserirsi di soppiatto all’interno di un film di David Lynch, un suono che nasconde segreti, un suono che si immedesima come un crocevia di storie, di bisogni e di necessità condito da momenti in dissolvenza, momenti di disillusione continua che si fanno realtà tangibile proprio quando meno te lo aspetti. Pochi strumenti ad intessere trame, chitarre corali e leggere percussioni poi prendono il sopravvento e le canzoni acquisiscono ritmo per poi assuefarsi come marea all’andirivieni di un mondo in cambiamento. Quindici pezzi, davvero tanti, ma essenziali per comprendere trame, per comprendere un pensiero che va al di là di ogni, qualsivoglia, forma di musica precostituita.