Oscure visioni bruciate dalla contemporaneità diventano materia portante e preponderante per creare un suono ancestrale che pesca elementi di shoegaze, di rock alternativo per offrire all’ascoltatore una sorta di psichdelia magnetica e rumorosa fatta per durare nel tempo. I Cowards suonano internazionali e compatti. Un mix di esperienza ed eccentricità messa al servizio di un universo che trova nella libertà di espressione il punto più alto di un disco davvero esaltante. In God hates Cowards ci sono gli anni novanta. I Sonic Youth, i Butthole Surfers, i Dinosaur Jr., ma anche quel tentativo di tenere in piedi un genere che va oltre le mode e le apparenze del momento. Ci sono nove canzoni laceranti in questo album. Nove pezzi che accarezzano il buio per donare al tutto nuovi punti di vista coronati da splendide intenzioni ed energia a non finire. I singoli I hate you e 3020 bastano per comprendere una narrazione musicale fatta di tanta sostanza che si muove, nelle tempeste di ogni giorno, con una naturalezza più unica che rara, a creare immagini sovrapponibili di una realtà in estinzione.