Edless – Belotus (Autoproduzione)

Disco labintico che incalza i suoni stratificati dei Radiohead di Kid A e Amnesiac per portarci in porti relativamente più sicuri come quelli di Hail to the thief ricucendo un tessuto che sa anche un po’ di anni ’90, ha il sapore del già sentito in passato, ma nel contempo così elettrificato e condito che la formula risulta certamente moderna e ricercata in una condivisione di intenti che abbatte le forme canoniche di indie rock band per approdare ad un vellutato crocevia visuale che si immola alla quintessenza dell’arte stessa, tra forme costruite ad arte in un immaginario ampliato che non è solo musica, ma anche immagine, visual art che accompagnerà il movimento dei brani che ben si innestano in questo piccolo EP di quattro pezzi, un piccolo disco uscito alla fine della primavera, ma carico di quella sostanziale introspezione che trova il suo apice nella bellissima e conturbante Just Once, rincorrendo i giorni, rincorrendo un’immagine preponderante davanti ad un mondo privo di forza mobile.

Liede – Stare Bravi (Costello’s Records)

Cantautore che cavalca la moda del momento in bilico tra Carnesi e I cani in grado di scrivere canzoni poppeggianti che descrivono l’attimo, il vissuto, la narrazione continua di una vita al cinematografo che irrompe nelle quotidianità per poi ritornare alla coerenza di un tutto, al disilluso vivere, senza misteri, senza cieli con fuochi artificiali, ma canzoni che sono quasi un diario di una giornata tipo che coglie, per certi aspetti, il vivere dentro ai confini della nostra Italia, dove i sogni sono bloccati da un tutto che rende difficoltoso l’esistere, quell’esistere che a pensarci bene è raccolto nelle frasi semplici di questa prova: frasi ad effetto, succulenti tormentoni, che alzano il tiro nelle bellissime Finte intellettuali o Una fine diversa, a rincorrere il tempo perduto, sapendo benissimo che ciò che è stato non può ritornare. Tra acquarelli pop elettronici e una velata malinconia il nostro Liede centra il bersaglio del lo-fi da cameretta per una prova ben composta e ben suonata che regalerà, a mio avviso, delle importanti soddisfazioni future.

Malkovic – Malkovic (Autoproduzione)

Quattro pezzi da camicie di flanella che abbracciano un sostanziale ritorno alle sonorità intrinseche di venti anni fa, rapportando un composizione qualitativamente notevole nei confronti di band come Pixies, Nirvana e gli italiani Verdena, trasformando la polvere di strade infinite in vissuti distorti e ricchi di sostanza, capaci di penetrare a fondo, convincendo e osando, cercando appunto quel qualcosa che non muore e che risiede dentro di noi per poter guardare in alto, per dire di esistere, in una lotta continua con un mondo perso e in cambiamento, in una lotta ambientale, tra le bombe di ogni giorno e il sostanziale declino di una società malata.

I Malkovic, Elia Pastori alla batteria, Fabio Copeta al basso e Giovanni Pedersini alla chitarra e alla voce, ci raccontano tutto questo, parlano con la voce del passato di argomenti che inglobano il futuro, prendendo in questo EP di quattro tracce, il meglio della musica degli anni ’90 per condensarla e ridonarla in tutto il suo splendore accecante.

EGEEO – EGEEO (Autoproduzione)

Tuffarsi nell’acqua più profonda e scovare negli abissi un modo diverso di intendere la vita, di adombrare i ricordi e lasciare sospeso quel filo rosso che collega il passato con il presente, in una continua ricerca e abbandono, sostanza per sogni immateriali e consuetudine da continuare a vivere e farsi vivere; tra suoni oscuri e aperture musicali più calibrate il nostro Egeoo confeziona un album convincente che si apre ad una forma periodica di apertura e di conquista personale, da un mondo personalissimo, interiore e cupo fino al perseguimento sostanziale di un nuovo e diverso modo di vivere, tra melodie dream pop e tappeti sonori che richiamano per certi versi la scena d’oltreoceano senza disdegnare il clima nordico e dilatato, in un prova che vede nel pezzo La grande guerra il punto più importante del disco, contrapposizione reale tra la vita e la morte, tra la perdita e una nuova rinascita.