Giovanni Succi – Con Ghiaccio (Ala Bianca/La tempesta dischi)

Poesia ammaliata di precaria presenza dove le luci della sera fanno capolino e si insinuano lentamente nelle tristezze malinconiche di un giorno che sta per venire. Ombre e passione quindi, morte incombente e aleatorietà del caso si fanno costrutti essenziali per comprendere il nuovo progetto solista di Giovanni Succi già con Bachi da pietra, Madrigali magri, La morte in un eterno divagare verso l’oscurità che si fa presenza ammaliante e possibilità di racconto, possibilità irrequieta di creare, custodire e inventare nuove forme di comunicazione caratterizzate queste da una voce importante che di certo non passa inosservata, ma anzi dona profondità al campo e altrettanti spiragli alternati da dove poter raccontare l’Italia vissuta, l’Italia piegata dai vizi e dai continui deturpamenti, tra l’abbandonato e le possibilità da cogliere, ancora, una dopo l’altra. Quel che ne esce è un disco crepuscolare, profondo e intenso, un album che non chiede, ma costruisce ricordando per certi versi le cavernose presenze di Nick Cave o Tom Waits in un’adesione demoniaca musicale inconfondibile e difficile da paragonare se non per il gusto e il bisogno di mantenersi fedele ad una linea controcorrente e di certo ispirata.