Cara Calma – Souvenir (Phonarchia Dischi/Cloudhead Records)

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Potenza intrisa di controllo cantautorale si affaccia ancora una volta nel panorama del rock nostrano con sferzate di energia ad intessere trame che riempiono di musica e di colori reali una proposta sempre fresca e attuale. Tornano i Cara Calma con un disco dal forte impatto scenico che non trascura i dettagli, ma piuttosto sa ingaggiare proprio con questi un tête-à-tête fatto di particolari e sulfureo bisogno di comunicare un proprio stato d’animo, una propria personale impressione. Souvenir è un ricordo impresso nelle istantanee del tempo, un ricordo che abbraccia un intero universo e sa cullare trasportandoti nel mare in tempesta di un andante mosso su cui sperare. Da singolo Rodica fino a Tu sei la guerra, passando per pezzi come Com’era per noi o Otto ore i nostri sanno concedere mantenendo le promesse, sanno incalzare quando necessario. I Cara Calma confezionano un disco davvero imponente nell’esaltazione del quotidiano, nel cercare un posto migliore da poter abitare. 


Lady Ubuntu – Signore se esistessi non sentirei più il ritmo orrendo del pensiero che si avvita (Cloudhead Records)

Profondità scardinata da grida e potenza incontrollata, ironia a sorte e traguardi imprescindibili da raggiungere sono forma e costanza di una band spettacolo che si diletta a rinvangare psichedelia e amore per un art rock d’annata complesso quanto basta per sperimentare ancora un bisogno di procedere al repentino cambiamento che ingabbia, costruisce e smantella modi di vita stravaganti in un’ampiezza di fondo che più di tanto non si domanda, ma che nel vagheggiare errante umano perquisisce a fondo le tasche della nostra mente e incasella una prova astrusa e irreplicabile.  I Lady ubuntu sono tornati con un disco che li vede ancora al fianco del Il Re Tarantola, questa volta nel pezzo He resigns per passare alla collaborazione con I Camillas e il loro pop minimalista, per un album a fasi alterne capace di aprire e chiudere il respiro, interagire con l’ascoltatore scuotendo un di dentro che è naturale prosecuzione di tutte quelle band che hanno sicuramente qualcosa di vero da dire. 


Cara Calma – Sulle punte per sempre grandi (Cloudhead Records/Phonarchia Dischi)

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Incanalare energia oltre ogni aspettativa, contorcere mondi contrapposti, cielo, mare, fuoco, terra in esigenze che si fanno scoperta, esigono rilevanza in abissi dove tutto sembra sprofondare, dove tutto sembra non trovare pace. I Cara Calma fanno uscire dal cilindro della loro coscienza un disco portentoso che ricalca gli albori di band come Ministri o FASK, un album davvero sorprendente sotto molteplici punti di vista. Già dalle collaborazioni con artisti del calibro di Ambra Marie, Gianluca Bartolo di Il Pan del diavolo o Nicola Manzan di Bologna Violenta, possiamo comprendere l’importanza e la necessità di tanta forza di spirito incanalata in questi ed altri sogni a venire. Canzoni come Fango, Ci dicevano, Buoni propositi, Quello che mi rende normale e ancora Qualcosa di importante sono forse l’emblema di una band che si muove tra le età della vita prendendo coscienza di sé e delle illusioni che ci rendono adulti in un vortice di contorni che trova appiglio nella distorsione perenne di una realtà illusoria e vana, di una realtà che soprattutto in questo disco trova la giusta compressione, il giusto specchio di ciò che siamo.

The Rambo – The Stabbing (Il Verso del Cinghiale Records/Villa Inferno/Wallace Records/Cloudhead Records)

Duo senza peli sulla lingua, sporco quanto basta per entrare prepotentemente nel mondo del noise grazie ad una mistura esplosiva di suoni laceranti, taglienti, distorti e tanto grezzi da sembrare alla ricerca spasmodica di un’uscita in una casa buia e abbandonata, una casa che però, uscite non ha.

Canzoni dall’oltretomba che innescano la volontà di sperimentare la colonna sonora perfetta per un b-movie di classe, un disco che mescola diversi stili e diversi generi, contro le barbarie del tempo, in un sodalizio che vede i due ancora insieme dal 2012, dopo alcuni cambiamenti di percorso, un due che viene dalla foresta, un duo che appunto non ha paura di venire a patti con la propria coscienza, anzi la coscienza diventa strumento stesso per scavare nella propria anima  alla ricerca di incubi senza fine e volontà da raggiungere in esecuzioni al cardiopalma, da Like a Knife, bel manifesto d’apertura, fino a Overdose, passando per pezzi come Trauma e Tombstone blood che caratterizzano al meglio la proposta in ascolto.

Un disco stratificato ed energico per i The Rambo, capace di  entrare dove altri non riusciranno mai.