Walter Celi – Blend (XO La Factory/Cabezon Italy)

album Blend - Walter Celi

Cascate di colori in simultanea trasformano un pop stagionale in qualcosa di fresco e deciso capace di sorprendere ascolto su ascolto vibrando attesa per i giorni a venire. Il nuovo di Walter Celi è un concentrato autoriale di passione mescolato ad un’intraprendenza che miscela passato e futuro in un suono fondante e veloce nello scardinare i limiti precostituiti. Il nostro, con dimestichezza da primo della classe, intavola un dialogo soul, electro, r’n’b, sporcato da un pop che non diventa mai banale, ma piuttosto si fa suono di ricerca oltre i confini italici. Ricerca internazionale che suona ampia, elegante, mai autoreferenziale. Un mescolanza che già dal titolo, Blend, è un presagio di ciò che verrà, di ciò che andremo ad ascoltare. Le canzoni si susseguono in modo ampio, arioso, concedendo spazio, allargando culture. Due piccoli posti per Perso e Libera, cantate in italiano, aprono a sintonie esterofile dove il nostro si concede a tutto tondo. Ciò che ne esce è un disco pieno che porta con sé i colori dell’arcobaleno. Un album speciale capace di andare oltre. Un insieme di pezzi catalizzatori, unici.


Perina – Seieventisette (Cabezon Records)

album Seieventisette - Perina

Urgenza tecnica di far esplodere costellazioni sonore attraverso una musica schietta e diretta che riprende la costante presenza di un rock anni ’90 mescolato a creazioni acustiche di davvero egregio appeal per far scivolare la nostra mente in uno spazio tempo privo di coordinate fisiche, ma ricco di energia che convince. Perina sforna per Cabezon un album succulento, otto canzoni che hanno davvero un gran tiro, immagini in dissolvenza prendono spunto per unire forme e gusti riusciti in un’espressione artistica che parte da un’esigenza e si immola in musica grazie a canzoni come Conviene, Girandola, Predica e il finale di Sulle Onde. Seieventisette è un posticipare la sveglia in un altro luogo, fuori dal tempo possibilmente, è il vivere attraverso i sogni che ci appartengono, è il gusto intrinseco e quasi magico di non doversi svegliare mai per vivere intrappolati in un sogno, uno dei più bei sogni che possiamo immaginare. Perina ci regala un album che scivola come acqua in gola, ma che porta con sé la consistenza e il valore di un qualcosa di davvero importante.

Passenger Side – It means a lot (Cabezon Records)

E’ un viaggio dentro a noi stessi, un viaggio che ci permette di riscoprire punti di vista differenti, nuovi e stimolanti, abbracciando la lezione del tempo e concatenando fatti e avvenimenti con un qualcosa che sentiamo vicino a noi, lo accogliamo, lo accarezziamo, lo facciamo nostro e nel contempo lo lasciamo andare al suono indistruttibile di noi stessi, delle nostre aspirazioni, per creare strutture multiformi, colorate, in un divenire coscienzioso e sperimentando approcci nuovi per conquiste future.

Mario Vallenari, assieme ad altri fidati musicisti del veronese, da vita ad un progetto molto interessante che in qualche modo si lega al neo folk dei giorni moderni, strizzando però un occhio di riguardo a tutte le produzioni degli ’90, ricordando, per sonorità, Badly Drawn Boy per appigli sonori per così dire vintage in tutte le canzoni e un’attenzione a questo che si immedesima molto bene con la complessità e gli arrangiamenti della band in questione con l’intento di lasciarsi alle spalle vecchi ricordi e dar vita ad un disco, tra l’altro di notevole spessore artistico, leggero e impegnato allo stesso tempo.

Pezzi degni di nota sono le aperture lasciate a Last night alive e Black Dawn, passando per le riuscitissime Pieces e Out per arrivare al finale consegnato alla Title track, un finale che garantisce un nuovo inizio, con la consapevolezza che un seme è stato piantato, un seme splendente luce in giorni bui.

Divano – Rimedi per ulcere in bocca, piaghe nelle gambe, rogna, magrezza, stitichezza e malinconia (Cabezon Records)

Cazzo dopo aver letto questo titolo ho pensato: questo progetto è adatto a tutti, un disco che si fa ascoltare e propenso a delineare una forma canzone sghemba, distratta, ma dannatamente convincente che stupisce e lascia da parte interi stereotipi per cercare una propria via.

Questo tipo si chiama Divano e non scrive canzoni d’appartamento, ma i suoi pezzi suonano come una spiaggia che si fa ascoltare, silenziata dalle conchiglie che trasportano il vento del mare, un’orecchiabilità che non esiste, ma che si concede, ammalia e confonde.

Paragoni sembrano inutili, c’è però il primo Di Martino, il primo Nicolò Carnesi, con appeal però più immediato e diretto, tra citazioni disilluse e un mondo nascosto, l’adolescenza degli Smashing Pumpkins e quel continuo tentativo di essere come allora anche se il tempo cambia, anche se il tempo trasforma, evolve e ci lascia alle spalle cose brutte e belle della vita.

Divano è un cantautore atipico/anormale, sognante e lucido di quella lucidità fatidica e rimbombante, mai gridata, ma all’occorrenza graffiante.

Ah un ultima cosa Divano è Francesco Pizzinelli, per più di dieci anni Jocelyn Pulsar, che in questo disco si mette a nudo, ricominciando da zero, in qualche modo come quando vai ad abitare in una casa e devi per forza metterci dentro qualcosa quadri, libri, pensieri e forse anche un bel Divano su cui poterli vivere.

Nicola Sartori – Cantattore (Cabezon Records)

Un pugno in faccia questo del veronese Nicola Sartori, un pugno in faccia alla desolazione che ci circonda assumendo la forma di materia viva che diventa elemento di protesta.

Emblematica la copertina con quel simbolo monetario che forse risulta troppo  presente, in maniera quasi preponderante, nella vita di tutti i giorni e che va ad intaccare in modo troppo importante arti come il cinema e la musica, ricondotte quindi a un dio denaro che le snaturalizza e le uccide giorno dopo giorno.

Un cantattore onesto, diretto, essenziale nella sua complessa bellezza, accompagnato da numerosi strumenti che ricreano un’atmosfera lounge e delicata dove il pop si mescola, al rock, passando per malinconie blues in fusione al jazz spazzolato di fine secolo.

Esili farfalle si posano su queste 11 melodie ricordando a tratti Tenco a tratti il più attuale Samuele Bersani passando per il romano Niccolò Fabi, senza dimenticare Marco Notari, a cui Nicola rende omaggio nel cantato.

Un disco fatto quindi di impressioni, di vissuti, di affascinanti melodrammi quotidiani dove poter attingere linfa per poter proseguire verso nuove realtà.

Una cavalcata nello spazio terreno, in punta di piedi, tra tasti bianchi e neri, infinità bellissima e immacolata in una sorpresa che ci ricorderemo ancora per molto tempo.