Animation – Machine Language (RareNoise Records)

Schermo vuoto davanti a noi, cinema disperso nella nebbia, passato che si trasforma e condensa le gelide piogge autunnali raccogliendo foglie per colorarle e darle in pasto alla primavera, odore di ferrovia lontana e sapienza che si trasforma in arte , il tempo che acquisisce un valore sensazionale e una strumentale discesa verso mondi nascosti ci porta alla sapienza di Bob Belden, morto il 20 Maggio scorso, lasciando ai posteri l’ultimo album con i suoi Animation.

Un disco composito e composto fatto di accorgimenti letterari che passano da Philip K. Dick fino a Iain M. Banks, dalla voce narrante di Kurt Elling che di spazialità ne ha da vendere, fino ad incontrare riferimenti visivi che approdano  nell’attraversata cosmica di 2001 Odissea nello spazio in grado di rendere il momento rarefatto, in grado di scorgere dal profondo l’intensità della luce.

I riferimenti sono perennemente ambiziosi e musicalmente c’è un intreccio di jazz condito da musica ambient e testi che danno vita al pensiero di Belden in una narrazione che si fa intreccio e comprensione tra mente umana e mente artificiale.

Un disco grandioso, che va oltre l’idea di musicalità e si incasella in una filosofia post esistenzialista in grado di farsi largo trascendendo l’immaginazione e cercando una nuova forma di comunicazione oltre lo spazio conosciuto, nel profondo di un qualcosa che non siamo ancora in grado di capire.