Il dEli – Lo stupido che canta (Tunecore)

Molteplicità di strati e di generi che creano architetture sorprendenti per il disco d’esordio di Roberto Deliperi, un album che avvolge per completezza e sostanza tanta e che non ammicca di certo all’indie nostrano, ma ha il sapore di un’internazionalità convinta frutto di unione con il tempo che passa, abbracciando un rock di ampio respiro che sfiora i Pink Floyd, per arrivare ai più moderni e italiani Afterhours e Marlene Kuntz. Lo stupido che canta rappresenta un concentrato di canzoni sedimentate nel tempo e che d’improvviso, dopo esperienza su esperienza, escono dal cilindro dei ricordi, escono così bene che sembra quasi di ascoltare un concept ben congegnato, dando senso ad una visione d’insieme che si fa introspezione e aggancia canzoni come Stefania, London Sun, Blues d’amore o Viaggio dalla terra. Il disco di Il dEli è un multiforme progetto che abbraccia una schiera innumerevole di musicisti, un album davvero interessante in parte acustico, in parte sintetizzato, lasciando fuori il rumore inutile di questa società e facendo parlare ciò che conta veramente e cioè la musica che ingloba e fa respirare.

Spectre – 1984 movies (Indastria Records)

Ponte sonoro tra anni ’80 e suoni più moderni legati alle influenze inevitabili di band come Daft Punk che per l’occasione investono appieno il dj e produttore di musica elettronica  torinese Spectre, all’anagrafe Aldo Sulotto che in questa breve visione di sodalizi con il passato ci regala attimi di vita inglobata in suoni elettronici ben conditi da sferzate di tech house per un gusto electro pop capace di far smuovere qualcosa dal nostro dentro, quel qualcosa che al ritmo della musica è intrinsecamente sinonimo di libertà. Ci sono i suoni del passato si, ma c’è anche tanta sperimentazione sonora che entra dalle cuffie ed esce ad incrociare il pavimento. Un insieme di suoni sintetizzati a dovere che convergono in una nostalgia di fondo che fa scuola per approccio, ma anche per  sostanza in evoluzione che non smette di stupire e che grazie a questi cinque pezzi segna nell’etere un nuovo traguardo di manipolazione sonora.