Blade – Uno dopo l’altro (SkillZone Records)

Disco protesta che parte da una collettività non condivisa dove il suono della strada abbraccia e avvolge fino a compiere un salto nel vuoto del nostro tempo per dare agli ascoltatori la possibilità di far proprio un concetto esistenziale che dovrebbe essere alla portata di tutti, un concetto che travalica utopie e cioè quel desiderio di vedere la vita attraverso nuovi punti di vista, raccogliendo l’eredità del passato e soprattutto quella del presente, parlando alla gente e narrando fatti che ci toccano densamente e come un pugno allo stomaco non possono lasciarci indifferenti.

Blade è tornato e con questo nuovo disco, il primo da solista, le esperienze passate si fanno apertura ad una sostanziale ricerca fatta di collaborazioni, leggi Etna Riot, per impreziosire una proposta fatta di molta sostanza e condivisione, di un’apertura che possiamo percepire da La mia realtà fino al gran finale in Nuvola, tra la magnifica title track e quella Sfida i demoni che forse racchiude il senso di tutto il disco, in una metafora emblematica della nostra società che chiede e non da e si concentra sui pochi senza dare voce ai molti e questo Blade lo sa bene ritagliandosi, di diritto, un posto nel rap nostrano d’eccellenza.