Beatrice Antolini – L’AB (La Tempesta Dischi)

Eclettica promiscuità in grado di intessere trame davvero originali e composite per la cantautrice, polistrumentista dal suono internazionale anche se italiana Beatrice Antolini, un suono magmatico e ipnotico che non delude nemmeno con questa ennesima prova sperimentale dopo l’EP uscito qualche anno fa Beatitude. L’AB è un insieme poliedrico di architetture stravaganti di difficile incasellamento, sembra che la nostra sia sempre alla ricerca del suono perfetto, del suono che unisce pop e alternative, divagazione e immediatezza, sintetizzatori portati al massimo della loro potenzialità e voce soffusa a ricreare atmosfere ambient fino alla rabbia che incontra la melodia per un disco che risulta profondo quanto basta per non deludere. Nella musica di Beatrice Antolini c’è l’essenza del rock contaminato quasi fosse una Bjork della porta accanto capace di scardinare la normalità per proiettare suoni e colori oltre l’indefinito. Pezzi singolo come Second Life o Forget to be senza dimenticare What you want o Beautiful nothing sono l’apice di un concentrato emozionale davvero necessario di questi tempi, un insieme di canzoni proteso all’incontro di mondi apparentemente lontanissimi, un dolore che si apre alla musica per suoni che rapiscono dal primo ascolto e portano questo miscuglio eterogeneo di universi a diventare incredibilmente necessario. 


Frei – Evolution (SRI Prod’s)

La trilogia del cantautore Frei si chiude e con questa si chiude anche un’idea di mondo fatto di passione per la natura nella salvaguardia umana della nostra evoluzione, dove noi occupiamo una parte infinitesimale di una terra che non è nostra, arrogandoci però il diritto di essere principali protagonisti dello sfacelo di ciò che vediamo.

Frei sottolinea tutto questo, lo fa con cura dei particolari e con un attento e spiccato gusto per il nonsense che però ha i suoi risvolti positivi e argutamente tende a consolidare quel cantautorato caratteristico dei giorni nostri, sicuramente ispirato, in un concept che mira alla divulgazione e alle alte aspirazioni che lo muovono.

La produzione artistica è affidata a Beatrice Antolini e la si sente soprattutto in chiave arrangiamenti elettronici, la nostra Bjork dona profondità di campo alle canzoni, otto in totale, ma ricche di quelle figure portatrici di un’atmosfera rara e ispirata.

Le macchine poi è il singolo portante dell’intero disco, con la presenza di Dimartino, Frei apre i suoni e le parole, lo fa con convinzione tanto da poter trovare nel testo l’intera filosofia dell’album: Gli animali muoiono, sotto le macchine, guidate male dall’uomo: e come non dargli ragione.

Beatrice Antolini – Vivid (Qui base luna)

Ascoltare questi dischi ti fa capire che forse stiamo raggiungendo una perfezione che va ben oltre la capacità di investire denaro e tempo per creare un prodotto finito ad alti livelli.

Qui si sta parlando di una cura maniacale ad ogni singola nota, ad ogni singolo istante che Beatrice Antolini vuole raccontare, perfezionando i precedenti e dando quel qualcosa in più che forse è molto difficile da trovare in altre formazioni/cantautrici.

Come in una fotografia si lascia il territorio nazionale per percorrere strade che sono lontane da noi, dal sapore extraeuropeo, delle volte si possono sentire echi medio orientali che ti entrano e non ti lasciano più fuggire,tanto la proposta si fa variegata, quanto la ricerca del mood eccellente è presente in ogni traccia.

Beatrice suona di tutto e lo sappiamo, già musicista con A toys orchestra e presente nella compilation Il paese è reale di Manuel Agnelli e co., la cantante si insidia in modo preponderante già dalle prime battute in PineBrain, passando per l’orientaleggiante Vertical love, echi lontani si ascoltano in Taste of all arrivando alla perfezione sonora in Vibration 7, si scherza poi in My name is an invention chiudendo con sonorità Bat for Lashes in Happy Europa.

Lo scarabeo si insinua lentamente dentro il tuo corpo cambiando colore, come in una mattina di sole il tuo sentire si trasmuta dando forma ad un arcobaleno di pensieri sinceri, che si possono condividere e che fanno di te una persona migliore.

Un disco elegante, ben suonato, sicuro e destinato a diventare uno dei più bei dischi del 2014.