Shapeless Void – Telema (Autoproduzione)

Con gli Shapeless Void il rock del passato si raffina in maniera esemplare trasmutando l’interesse per i suoni sporchi degli esordi in nome di un approccio più dinamico e per così dire pop, anche se la sostanza qui è di casa nel confezionare un mini Ep che abbraccia le attitudini dell’indie americano con un brit sound ben suonato e calibrato a dovere, sempre alla ricerca di un attracco, di un punto fermo esistenziale dove far correre i propri pensieri fluidificanti, tra chitarre in strutture vintage dove passato e presente si ripercorrono, si fondono e si ricreano, pur mantenendo una forte connotazione istintiva e del tutto personalissima che si evince tranquillamente in tutti i pezzi proposti da Black candles, passando per Feelings, Crawling walls fino alla bellissima, nel finale, White pond per un disco compresso, ermetico e ben suonato che dimostra la capacità della band di saper percorrere strade alquanto battute con una forte dose di coraggio e di originalità.

Stefano Ferro & Band – Il mercante di pensieri (UDU Records)

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Cantautore dell’animo umano capace di dipingere con soppesate parole una situazione in divenire che abbraccia la nostra terra, le nostre speranze e i nostri modi di dire e di vivere, attraverso una voce profonda e incisiva, da cantautore con la C maiuscola, attraverso testi che parlano di noi alle prese con le verità trasposte nell’assurdo del nostro venire gettati al mondo, per suoni acustici impreziositi dalla presenza di un comparto stilistico affidato ad una band puntuale e precisa formata da Francesco Turlon alla batteria e alla percussioni, da Angelo Nacca al basso elettrico e da Luca Maragnoli alla chitarra acustica ed elettrica, per un disco fatto d’amore e di rose pronte a sbocciare in incursioni poetiche dove l’analisi del testo fa comprendere ancora più in profondità quanto il nostro sia attaccato a grandi della musica italiana, De André e Bubola su tutti, soprattutto nel cercare conforto grazie alle parole e ad esprimere attraverso la voce, il bisogno di interpretare la vita, da Il mercante di pensieri fino alla bellissima e toccante 1915 Stefano Ferro crea una prosecuzione naturale con gli stati d’animo di ognuno di noi, rendendo famigliare ogni filo d’aria che respiriamo, rendendo unico  quel vento del raccontarsi che accomuna ognuno di noi.

-FUMETTO- Gianluca Costantini – Bronson Drawings (GIUDA Edizioni)

 

Titolo: Bronson drawings

Autori: Gianluca Costantini

Casa Editrice: GIUDA Edizioni

Prezzo: 12,00 €

 

Il senso del pieno dentro e del vuoto intorno, tra gli spazi di periferia esibita e malcelata e il costume che si rafforza, quello buono intendo, tra le mure di un altro tempo, il Bronson, storico locale di Ravenna e Gianluca Costantini solitario scrutatore in stato di grazia a pavimentare una musica sotterranea e underground, esagerato scorcio musicale degli anni passati e qui riprodotti grazie ad una componente istintuale che si consuma nella e per la seconda arte, in disegni che vincono fin dal principio, senza bisogno di presentazioni, senza bisogno di veicolare nessun messaggio in quanto sono proprio le immagini a parlare, quelle stesse immagini che sono e che fanno da identificazione per gruppi passati, gruppi che hanno lasciato qualcosa di sè all’interno di quelle quattro mura; ancora la faccenda del pieno dentro e del vuoto (repubblicano) intorno quindi a scavare i bisogni punk di una generazione, grazie ad illustrazioni multisfaccettate capaci di dare un volto e una rappresentazione efficace e del tutto personale a band e cantautori come Tre allegri, Comaneci, Calibro 35, Mudhoney, Brothers in Law, Nada Surf, Micah P.Hinson, The tallest man on earth per citarne alcuni, disegni che impiegano più tecniche per venire a galla e per prendere forme e vite inusuali, di sovrapposizione costante tra pennarelli, matite, chine a sfiorare talvolta i giochi di luce digitali e ristabilendo un quadro dentro al quadro, scelte stilistiche volutamente separate per dare vita ad una forma matura e mai sazia, impossibile da decifrare e da incasellare.

Bronson drawings racconta di vite e di passaggi da polaroid, è un affresco musicale da preservare, è l’istinto che guida, è un posto dove suonare, dove dentro è pieno e il vuoto bianco è tutto attorno.

Per info e per acquistare il fumetto:

http://www.giudaedizioni.it/prodotto/bronson-drawings/

Il maniscalco maldestro – Ogni cosa al suo posto (Maninalto!/Venus)

Ogni cosa al suo posto”…esce il 13 aprile 2012 per Maninalto!/Venus, terza uscita discografica pela band toscana Il Maniscalco Maldestro.

Un lavoro registrato presso il White Rabbit Hole Studio con la produzione artistica di Nicola Baronti e che arricchisce la ricerca sonora con nuovi percorsi rispetto ai dischi precedenti.

La traccia d’inizio “E tutto muore” (la prima è una strumentale) si apre con una batteria alla “Song 2” del gruppo britannico “Blur”. Le atmosfere sono però molto rarefatte rispetto agli inglesi con echi di Marlene Kuntz e Led Zeppelin.

Suoni crudi, in tutto il disco, accompagnati da una batteria perfetta coadiuvata dalla altrettanto originale sezione ritmica del basso.

Sembra di sentire gli ex-”Sux” di Giorgio Ciccarelli in questo lavoro mescolato da puntuali presenze di suoni, rumori e voci.

Il cantato è ricercato, Antonio Bartalozzi è una voce contro il consumismo, non solo commerciale, ma anche di amori, una voce contro il consumismo dell’anima.

Le armonie rock non sono banalizzate e americanizzate, il tutto è un flusso contaminato quasi immacolato, con forti dosi di originalità.

Il maniscalco è un gruppo che stupisce già dalle prime note e con “Ogni cosa al suo posto” si tocca forse il punto più alto del progetto.

Atmosfere funk, rock, elettronica: “RATM”, “Korn”, “Frank Zappa” fanno da apertura a “Ennio Morricone” in “Questa sera”.

Si parte con la strumentale “Ingresso” per finire con la strumentale “Uscita” passando per “…i tuoi coltelli in aria sono volati via…” il maniscalco però rimane a testimoniare che il rock italiano non è ancora morto.