Guignol – Porteremo gli stessi panni (Atelier Sonique)

album Porteremo gli stessi panni - Guignol

Suoni completamente diversi che si trasformano da spigolose sferzate elettriche del precedente a musica folk d’autore in questo Porteremo gli stessi panni, una visione concettuale e poetica che prende spunto dal titolo di uno scritto dell’attivista e poeta lucano Rocco Scotellaro e che per l’occasione fa da contenitore al mondo creato da Pier Adduce e dai suoi Guignol. Un mondo musicale dove l’assonanza e la facile rima viene dimenticata in nome di un costrutto esistenziale che si lacera dall’interno e narra di un mondo a tratti decomposto dove gli attimi di vita si fanno essenzialità pesante ed emblematica, un apporto famigliare disgregato e ricucito, infarcito da un lessico di un tempo antico, ma nel contempo fluttuante nell’etere e carico di quel verismo esistenziale che come pugno allo stomaco ammanta l’ascoltatore attraverso visioni e immagini di una campagna in dissolvenza. Padre Mio, Diversi e Opposti, Sei fratelli, 1979 sono solo alcuni dei momenti più alti di questa band in trasformazione. Sdoganamento dell’elettricità quindi per un polveroso guardarsi dentro cercando di rimettere tutto a posto attraverso le lande desolate di un folk blues che con occhi torvi ripensa al passato con vibrante sana rabbia accesa.

Julitha Ryan – The winter journey (Atelier Sonique)

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La senti nell’aria e come un brivido sale su per la schiena, non si ferma incontrando le difficoltà quotidiane, ma assapora la vita istante dopo istante, attimo dopo attimo in un magma liquido e penetrante, multiforme e aggrovigliato che accoglie e poi abbandona, in un sali scendi emotivo di rara bellezza. Tra la rabbia e la malinconia le forme espressive ridanno colore a ciò che colore non ha e questo disco, dopo cinque anni, della cantautrice australiana Julitha Ryan è un vero toccasana per tutti coloro che vogliono ricercare nella musica non banalità, ma pura essenza, puro racconto, un maestoso declino verso il baratro per risalire piano toccando le corde dell’anima, accostando in una sola persona mostri sacri quali Antony, Joan as a police woman e Bjork per imprevedibili incontri autoriali che trovano nella canzone pianistica un avamposto per strutturare archi sintetizzati in pezzi stratificati che si aprono immensamente a pezzi di una certa caratura come Bonfire e Like a Jail, per passare ai labirinti di Memento e poi già a convogliare in un sodalizio che chiude il cerchio con There is no turning back, il tutto per stabilire che non si può tornare indietro, anzi solo proseguire il cammino, con la speranza che tutta questa magnificenza non sia effimera bellezza, ma qualcosa che possa durare ancora.

Guignol – Abile Labile (Atelier Sonique/Macramè)

La canzone poesia che vibra di suoni e vive di luce propria si staglia con forza nell’immaginario dei Guignol che con questo loro nuovo disco si lasciano andare a elucubrazioni degne della maledizione del poeta cara nella ricerca di un beffardo e qualsivoglia nuovo destino da rincorrere, sussurrare, gridare.

Racconti di vita troppo realisti per essere veri e le coscienze che irrompono come un fiume ad ottenebrare la scena per un disco cupo, dal sapore amaro, a tratti acido nella sua complessa distorsione tesa alla ricerca di un mondo non ancora pronto ad accoglierci, non ancora pronto a sovvertire la scena, ma in grado di narrazioni che fanno da ispirazioni a testi di sicuro impatto che aprono e chiudono il cerchio in un post punk a tratti surreale a tratti ancora troppo vero.

Si omaggia Piero Ciampi, con Il merlo, e si lasciare passare tempo tra un pezzo e l’altro il tempo per la sedimentazione; ora mi manca l’ispirazione insegnami tu merlo una canzone nuova da incidere in sala, fammi tu entrare o animale nel mondo della solitudine del talk show e dell’essere famosi; tutto questo è mai più di quanto attuale possa esserci.

 Undici brani che si sorreggono grazie ad una forte impalcatura non solo sonora, ma anche verbale, che affronta le difficoltà a testa alta e da la possibilità ai Guignol di guadagnare punti a loro favore in un vortice concentrico di pura voracità sonora.