Comaneci – Anguille (Wallace Records/Tannen Records/Santeria)

Diluite atmosfere si infrangono all’orizzonte convogliando maestria e dovere estetico in un disco che ha il sapore di una ricerca incompiuta, ma pur sempre una raffinata visione dell’universo, nel tentativo, sempre reale, di incanalare emozioni e sentimenti all’interno di brani capaci di smuovere qualcosa dal di dentro. Devo essere sincero, mi sono sempre piaciuti più in versione folk acustico che sperimentatori elettronici anche se devo dire che questa nuova creatura ha un fascino tutto particolare. Lasciata da parte, spero momentaneamente, l’esperienza Amycanbe, Francesca Amati con il fidato Glauco Salvo, Simone Cavina e altre preziosi collaboratori dà vita a suggestioni che si percepiscono attraverso un’esigenza contemporanea di ritrovare il proprio posto nel mondo da occupare. Ci sono innumerevoli sfumature in questo album. Difficile la piena comprensione dopo una manciata di ascolti, quello che però possiamo percepire è la descrizione di un viaggio interiore, un qualcosa di scivoloso che a volte sfugge, ma pur sempre parte importante di un mare che ritrova, nella pericolosità della tempesta, la propria ancora di salvataggio in una mutevole concezione di forma e sostanza.