Andy Fredman – Pieces of paper (Seahorse Recordings)

Passione che non si ferma ai confini moderni, ma piuttosto si tuffa nel passato musicale più lontano e scava nelle profondità degli anni ’60 e ’70 alla ricerca di suoni non troppo elaborati, ma di sicuro effetto per un’esigenza di buttare su carta impressioni e sensazioni di quegli anni, attraverso una convincente prova che sembra non sentire il divario di un’epoca ormai lontana. Andy Fredman all’anagrafe Andrea Cavedagna, dà alla luce un album che prima di tutto è un viaggio emozionale per chi ascolta, le canzoni non passano di certo inosservate e la cura e precisione negli arrangiamenti fa in modo di dare un senso pieno e compiuto all’intero lavoro. It’s only a cry fa da apripista per poi via via creare continuità con The show fino al finale lasciato a The hardest game per un risultato finale in bilico tra sperimentale e classico frutto di elaborazioni continue capaci di raggiungere un meritato e ricercato traguardo.