Garage funk, assorbito da un alternative interessante, si fa sostanza malleabile per dare forma ad un dischetto niente male, ricco di architetture sghembe e sensazionali cambi di sound mescolati a dovere e mai riciclati, ma piuttosto intrappolati in una jam session che sembra non avere fine. Altri oltre vola più in là di un concetto spaziale e percepisce ricordi e radici di un particolare momento perpetuo interessato da uno scambio continuo che si apre a puliti di chitarre in contemporanea concentrazione di un groove magnetico sostenuto da basso e batteria. Nove tracce per la band umbra. Nove canzoni strumentali che ricercano strade da percorre e sogni da ricordare. Traversata, Materiale rituale, Il principiante, La prima, I 12 apostrofi, sono solo alcuni degli esempi lampanti di un album omogeneo nella forma e nei contenuti. Un disco dove tutte le parti in gioco sono essenziali per comprendere la poliedricità di una band davvero interessante.