Nnebia – Alto tradimento (VREC)

I mantovani Nnebia debuttano con questo album che affronta il tradimento in modo inusuale: si concedono il lusso di entrare in hotel, dove le stanze richiamano i gironi danteschi e si guardano attorno relazionando in modo impeccabile ciò che vedono, denunciando i costrutti di un’Italia che non esiste e avanti così, mai non esisterà.

I testi sono carta vetrata, si fanno abrasivi quanto basta per consegnare tredici canzoni che sono il connubio tra melodia, forza e impatto musicale, stupiscono per forma e omogeneità raggiunta, con grande stile ed efficacia.

E’ un disco oscuro questo Alto tradimento, un disco che parla delle passioni più basse e istintuali, ma non solo, parla di come l’uomo sia disposto a dare via a parte di se stesso per poco o nulla, per una vita all’apparenza migliore, per una vita che vorrebbe dimostrarsi sopra le righe, ma non concede e non perdona, non regala niente, una vita dove bisogna guadagnarsi anche l’aria che respiriamo.

Canzoni che nascono con uno stampo rock ben preciso e affilato, divincolato dal sogno e atto a farci entrare in uno degli incubi peggiori della nostra esistenza.

Un concept album quindi che affronta le nostre paure con un piglio alternative di stampo americano, un disco che si illumina nell’oscurità, dando spazio nuovo nella terra che abitiamo.