Mariposa – Semmai Semiplaya (Trovarobato, Aprile 2012)

 

I Mariposa ritornano. Ritornano con un album esclusivamente in vinile.

Non c’è da stupirsi, una scelta incisiva, contro il mercato, per una band così in controtendenza con qualsivoglia regola imposta, ma che continua a incuriosire gli estimatori del genere.

Un gruppo certamente che non ha bisogno di molte presentazioni: sono un settetto “multietnico”, con elementi provenienti dal Veneto, dall’Emilia, dalla Toscana e dalla Sicilia.

Musicisti professionisti che provengono da diverse formazioni come Afterhours, Zzolchestra e Hobocombo.

Ritornano con suoni più seventy e con una nuova voce: Serena Alessandra Altavilla dei Baby blue.

Dal 2011 la voce storica, Alessandro Fiori, decide di intraprendere una carriera solista (Attento a me stesso) e la band inizia a collaborare con la voce di Alessandra; voce molto particolare e vellutata certamente un cambio drastico, ma non per questo da svalorizzare, anzi questo “bel canto” permette di dare un senso a passaggi più melodiosi e di sicuro impatto.

L’album parte con la rivisitazione in inglese “Pterodactyls” della loro canzone “Pterodattili” presente in coda al disco, un pezzo veramente d’atmosfera: cembalo vibrante, chitarra acustica a 12 corde e batteria in lontananza con una voce quasi arrabbiata che si mescola nel finale all’harmonica indiavolata.

Con “Tre mosse” sembra di stare in un videogioco anni 80 creato da Ian Anderson e da Il genio: fiati di Enrico Gabrielli in primo piano, assieme alle tastierine “Casio” per bambini e batteria elettronica; “ma perchè canto se non ho un cazzo di voglia di cantare?”.

Avete presente Julie Cruise in Twin Peaks che canta Nightingaile?Ecco a voi la rivisitazione più dilatata nel tempo.Con “Pompelmo rosa” sembra di essere seduti ai tavoli di quell’oscuro locale: da brividi.

Frustalo” è una canzone contro la società moderna, “se le cose vanno bene: frustalo!”; ritmi e musiche più vicine alle sonorità di un tempo.

Chambre” canzone in francese che precede “Specchio”: qui sembra di ascoltare i migliori Crosby stills nash & young.

Il disco termina con la poesia musicale di “Pterodattili” qui riarrangiata e cantata in italiano.

Quasi una ninna nanna all’inizio, che prende vita, dopo pochi secondi, nel vortice di colori che i Mariposa sanno creare in ogni secondo del disco.

Il gruppo sa dare lezione di stile, anche con questo album che sembrerebbe suonato con strumentazioni molto lo-fi, in verità racchiudendo melodie ricercate; valorizzate dai singoli componenti.

L’unico neo, aggiungo forse per i molti, il supporto in vinile, ma poi mi fermo e mi chiedo: i molti possono ascoltare e comprendere l’importanza di tutto questo?

Etnia SupersantoS – L’abominevole uomo delle fogne (Adesiva discografica / Edel)

 

Disco frullato che ti fa ballare tutta l’estate.

Testi mai banali e scontati, ironici e taglienti, spunti di riflessione e allegria contagiosa per questa band alla seconda prova da studio.

Disco prodotto dall’onni presente Paolo Iafelice (già collaboratore di Fabrizio de Andrè, Vinicio Capossela, Pfm, Daniele Silvestri ecc.)

La super-band è accompagnata da prestigiosi ospiti: Gianluigi Carlone (sax soprano della Banda Osiris), Gianni Masci (chitarrista degli Jolaurlo), Francesco Giorgi (violinista del Trio Radio Marelli), Gaetano Santoro (sassofonista di Roy Paci e Aretuska) e Roberto Solimando (trombonista deiMusici).

Tutti i brani sono un condensato di ricerca e bravura, più si ascolta questo disco più si possono trovare mille sfumature diverse che valorizzano particolari nascosti.

Bruno Damiani, paroliere del gruppo, nonché voce, ricorda il miglior Bennato che incontra sotto l’ombrellone Bordignon leader dell’avant-rock band dei Casa.

Le musiche ricordano talvolta il gruppo 3000 bruchi.

Si parte dalla Jungla per arrivare al Ministero (trovate pure Voi il collegamento..), in mezzo Gli etnia Supersantos ci raccontano che L’opinione popolare si concentra sull’avvenimento i giornali, la Nazione, il Governo e la Juventus,in Infetta toccano temi socialiIl tuo conto in banca il tuo banco posta dalla paranoia lui ti salverà drogata ma non vedi che sei drogata se ti fossi ammazzata a quest’ora non saresti più drogata il singolo Cazzo, Stasera alla disco!!! è un inno contro i locali da stuzzicchini e aperitivo Cazzo, stasera alla disco balliamo di brutto dai vieni con me.Cazzo stasera alla disco balliamo su un disco del Topo Diggei mentre in M’annoia ci si chiede se è più vero vivere la propria vita da artista o consegnare la propria esistenza all’X-factor di turno.

Con la seconda parte del disco si mantengono sempre toni ritmati e di alto livello: swing, reggae e folk che accompagnano canzoni godibili, da spiaggia e piedi nell’acqua come le atmosfere di Abbandonati da Dio e dagli uomini.

L’apice però dell’album si raggiunge con il pezzo che da il nome al disco: L’abominevole uomo delle fogne.

Una canzone irriverente questa, ma dal bellissimo significato che parla di incontri mancati e il tutto viene spiegato in questo modo:

una mattina uno dei componenti della band non meglio nota come etnia SupersantoS era in bagno e si stava asciugando i capelli. Accorgendosi che alcuni di essi erano adagiati sul fondo del lavandino aprì il rubinetto per lasciar defluire il tutto. Vedendo svanire i capelli giù per il tubo dello scarico venne colto da un’improvvisa febbre e scrisse questo brano partendo da un pensiero filosofico: “i miei capelli finendo nelle fogne incontreranno i capelli di altre persone che io fisicamente non incontrerò mai”.

Disco sicuramente di notevole spessore che riempie un vuoto nel panorama italiano di genere; unico neo forse la troppa comunanza e somiglianza di alcune canzoni presenti nell’album.

Da sottolineare comunque la presente e importante ricerca musicale del gruppo sia sul piano musicale che su quello testuale. Bravi.

 

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