Umberto Ti. – Alaska (Tikka Music/New Model Label)

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Delicate introspezioni giovanili affondano nei ricordi il senso egregio di un percorso mai gridato, ma piuttosto conservato al filo della memoria e intessuto di quello spirito che rassicura e contorna di immagini una velata poesia leggera, ma efficace. Prodotto nuovamente da Giuliano Dottori, il nuovo di Umberto Ti. è un insieme di canzoni che guardano all’approccio sentimentale con un vago ricordo malinconico e assottigliano le distanze parlando di amori e di introspezioni. Il freddo come filo conduttore, il freddo degli amanti nascosti in posti lontani e qui raccontato nel palpitare di una sera qualsiasi che diventa giorno quando meno te lo aspetti. La delicata visione di una pelle morbida e candida poi che si raffronta inevitabile alla realtà dell’andare via, dell’andare oltre ai nostri occhi, oltre al nostro cuore è emblema di questo disco. I suoni che ne escono sono sussurri prima di addormentarsi, sono acustiche chitarre che incrociano il folk, l’indie e il pop per un risultato davvero sottile nella sua bellezza profonda. 


Fast Animals and Slow Kids – Alaska (Woodworm)

Opera sonora variegata che si caratterizza da una maturità compressa e pronta a scoppiare ad ogni secondo.

Il terzo album dei FAASK è un fiume in piena di emozioni sonore, dal caratteristico sapore glaciale, un misto di strade da percorrere e punti di svolta da cui ripartire, angoli ciechi in una strada ricoperta da grattacieli in cui la via di fuga non è proprio a portata di mano, ma si nasconde nel posto più vicino alla nostra anima.

Il cuore, quindi, in questo disco più di tutti gli altri si sente il cuore energizzante che strappa e lacera, che si contorce in grida di dolore e squarcia orpelli aerei in voli silenziosi, dall’azzurro cielo all’azzurro mare, un po’ come quando si torna bambini guardando l’immensità del mondo.

Un album immenso quindi, circolare, essenziale, mai banale, che stupisce per cariche sonore e sprazzi di inquietudine quotidiana pronta a ritagliarsi un nuovo terreno per ripartire.

Sono dieci pezzi, gridati a squarciagola, per non sentire più tutto l’universo intorno, canzoni che non prevalgono, ma che tutte fanno parte di un percorso ben preciso, che i nostri sanno di poter realizzare: titoli azzeccati e rumori che si impadroniscono di noi in un continuo e lungo atto infinito.

Un album che a priori, regala attimi di luce nel buio e ti fa, anche solo per un po’, essere migliore.