Voina – Alcol, Schifo e Nostalgia (INRI)

Ascoltare i Voina è un po’ come avere un compendio a 360° della realtà che ci circonda, un mondo fatto di plastica costruito appositamente per gli illusi del nostro tempo che in questo album, come non mai, viene denunciato a colpi di martellante rock , spruzzato qua e là da una connotazione alternative punk  di sicuro impatto, in grado di dare sfogo ad una rabbia repressa che non vacilla, ma piuttosto trova una sostanziale rimonta nei confronti di questa società al limite, rincarando la dose con canzoni impreziosite da testi importanti ed emozionali, incapsulati in una musica dal forte sapore internazionale e nel contempo orecchiabile quanto basta per creare una sorta di ponte con il rock più duro e quello più popolare, senza per questo ricondurre il tutto ad una musica pop, ma piuttosto ricercando una propria via da seguire come nella bellissima apripista Welfare o la ballata Ossa, passando per Non è la Rai e alternando la catastrofe nel finale La provincia. Un disco per costole rotte e frantumate al suolo, un disco che per gli abruzzesi Voina è la conferma di una classe indiscussa nel panorama di genere italiano che raggiunge i frutti sperati quando la voglia di gridare il proprio disappunto raggiunge il limite più estremo.

Deathwood – …And if it were true? (OverdubRecordings)

Entrare nel bosco delle proprie paure e respirare la certezza che qualcosa succederà, tra l’ossigeno in decomposizione e il bisogno di correre, devastando tutto ciò che ci troviamo davanti o sotto i piedi nell’attesa di vedere una luce che mai arriverà, un corridoio, un antro color tempesta e temporale che travalica le nostre coscienze e si nutra della nostra voracità nell’essere umani.

Questo punk rock si fa racconto terrificante e sospeso, ricco di atmosfera e coinvolgente già in partenza, mitigato qua e là da sonorità già conosciute, ma capaci di penetrare in profondità come storia attorno al fuoco, come ricordo di fantasmi dentro di noi e ovviamente come fondo di verità, perché dentro ad ogni leggenda possiamo comprendere l’incomprensibile e questo ce lo spiegano i nostri Deathwood che per l’occasione registrano un disco che è esso stesso concept orrorifico carico di significato, che mescola vissuti personali con storie abruzzesi di altri giorni, ma che ritroviamo in questo disco sporco di punk rock scuola americana in un concentrato di narrazione ultraterrena sempre sopra le righe e ricco di sostanza.

Nove pezzi che attingono direttamente dall’immaginario horror targato anni ’80 condito da un punk ben lavorato e capace di dare un senso all’ascolto, capace di rendere la paura ancora tangibile; una colonna sonora per lo Scream del domani.

The Straphon – The Straphon (Autoproduzione)

Incursioni seguendo le onde del mare che si portano appresso quella carica di energia che viene dosata e lentamente sovrapposta ai muri di chitarre continue amalgamate, ricercate e perse in un anelito di pioggia quasi fosse sospiro il colore che sentiamo.

The Straphon è il nome di una band abruzzese di Sulmona, che si caratterizza per una connotazione alquanto rock, ma direi io ricercata che non disdegna la contaminazione con un’alternative anni ’90 incrociato alle tastiere ’80  degnamente interpretato e che spicca per cantato femminile nelle mani di Ludovica.

Cranberries che si fondono a Skunk Anansie con un tocco della O’Connor a sancire un indefinito vissuto fatto di innovazione e lasciando da parte la cover band da stuzzichini per impadronirsi pienamente di un palco che si conquista grazie anche alla complicità unisona dei membri della band.

Un gruppo quindi non rassegnato alle cover, visto anche la tipologia di formazione, ma che va ben oltre tutto questo, si trasforma e fa si che la parte innovativa prenda il sopravvento in una fusione di stile e coraggio.

Importante l’apertura di Black Powder, snocciolando  e seminando in Thank You passando per l’ironica Attitude for Idiots, concludendo con Judge in the mirror.

Un disco che sa di freschezza, orecchiabilità che non guasta e facilità nella fruibilità della proposta, tutte caratteristiche che non fanno mai male alla nostra mente.