The Heart and the Void – A Softer Skin (Le Officine)

Soffice e delicato, elegante e così legato alle radici alla terra, a quel cantautorato soft pop che respira aria di folk tra salici e fiumi che non hanno direzione.

Riappropriarsi di una manciata di sorrisi e correre in punta di piedi verso ciò che ancora non conosciamo, respiriamo esuberanti l’aria come fosse un regalo a cui aspiriamo e teneramente ci divincoliamo su prati dall’erba che ci ricopre.

Questo è il secondo ep di The Heart and the Void, già passato su IndiePerCui con il primo lavoro, che a differenza di quest’ultimo, il nuovo, è un concentrato di maturità cantatutorale e storie nuove da raccontare.

Aiutato dalla compagna Giulia Biggio nelle seconde voci, il nostro da al tutto quella vena malinconica low-fi che accomuna molte produzioni di fama mondiale, partendo dai classici Dylan e Cohen su tutti fino ad arrivare a nomi come The Tallest man on earth o Iron and Wine.

Sei tracce di pura poesia tra saliscendi sonori e la chitarra a farla da padrone quasi fosse un tutt’uno con un corpo che chiede al cuore di fare il suo dovere, ancora per una volta.

Uno scorrere del tempo nel tempo, una foresta e i suoi abitanti e noi che entriamo in punta di piedi.