Stefano Lentini – Fury (Coloora Records)

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Disco orchestrale impattante nell’era moderna che ricorda per certi versi un tuffo nel mare più profondo che ci portiamo dentro, accarezzando a dismisura suoni e sapori che sembrano provenire da un’altra realtà, da un’altra galassia. Il compositore romano Stefano Lentini, già noto per gli apporti e le collaborazioni nel cinema, ricordiamo la partecipazione in The Grandmaster di Wong Kar-Wai, La porta rossa di Carmine Elia e Braccialetti rossi di Giacomo Campiotti, apre a dismisura il caleidoscopio di colori a sua disposizione per proiettare il classico nell’era moderna, pur non facendo distinzioni, ma piuttosto valorizzando al meglio la dicotomia luce e ombra che persegue il filo del risveglio, il filo della lontananza e della ricerca. Fury è un viaggio incalzante, di quiete e di tempesta, un viaggio alieno attraverso questi nostri territori deformati. Un passaggio di vita dove il magma del sottostare alla realtà rivela una crepa, proprio nel punto preciso in cui si apre, come voragine, il bisogno di ritrovare uno spiraglio per respirare ancora.