Canzoni al fulmicotone che affrontano la realtà in modo aggressivo e dirompente, trascinando urla corali in refrain dal sapore d’altri tempi che si affacciano nell’intersezione degli anni ’90 a cavallo con il 2000 per un suono che risulta essere fresco e moderno, un misto tra punk e rock oltre le aspettative e apparentemente legato, con un filo sottile, alle soluzioni moderne e nel contempo vintage, spudorate e inoltrate allo stoner rock di gruppi come QOTSE e alla scena americana in un’evoluzione ben precisa e combinata, un’evoluzione concentrica e sospesa che permette di assaporare al meglio l’importanza della proposta senza chiedersi troppo, senza chiedere nulla al futuro, dalla title track Hai più di un’ombra, convincendo con pezzi come Seduzione incontrollata, Porno e Amarcord, apprezzando il cantato in italiano e tirando in ballo band del calibro dei Ministri, ma virati ad un lato meno commerciale e direi più sostanzioso.
I nostri Stalker confezionano una bella prova impattante, granitica e dai forti contenuti, in grado di sbaragliare facilmente la concorrenza ed esprimendo al meglio una passione per un’evoluzione mista al passato che non aspetta altro che essere compresa e assaporata fino all’ultima goccia.